mercoledì 31 marzo 2010

Pizzette


Oggi piccola parentesi salata con queste pizzette di pasta sfoglia, o meglio di finta sfoglia.

Come molti di voi già sapranno, da anni spopola sulla rete una ricetta per ottenere un impasto che sfoglia in cottura, ma che rispetto alla pasta sfoglia tradizionale non presenta la difficoltà dei "giri" ed è anche notevolmente più veloce da ottenersi.

La prima volta che mi sono imbattuto in questo metodo è stato anni fa (2005 forse?) quando curiosavo anonimamente in un noto forum di ricette di cucina e vidi per la prima volta questo metodo proposto da Stefania, alias Arabafelice, che raccontava di averlo appreso guardando un programma di cucina su una TV americana via satellite, segnai la ricetta al volo e... la smarrii!!! ...poi mi passò di mente e non la ricercai più.

Più recentemente, curiosando nel nuovo sito di Anna Rita, alias Marble, anch'ella protagonista indiscussa del suddetto forum, ho notato che lei proponeva un impasto simile (con la ricotta) ma con un nome di origine chiaramente austriaca: le Topfentascherln.

Finora quindi avevo usata quest'ultima versione quando dovevo fare dei mini-croissant veloci dolci e d'effetto che, inutile dirlo, hanno sempre riscosso un successo strepitoso, mai però li avevo provati in versione salata.

La settimana scorsa vedere la rielaborazione da parte di Adriano di questa finta sfoglia (che a lui proviene da altra fonte ancora e comunque, neanche a lui è mai stata chiara quale sia l'origine) mi ha invogliato ad applicare questo impasto per fare delle pizzette, come quelle che si comprano al forno.

Quelle del forno poi non le compro più da un pezzo... non so voi ma a me le paste sfoglie confezionate con margarine vegetali lasciano uno strato di sego sul palato, oltrechè sono ottenute sicuramente con olii di palma, cocco o colza, sostanze queste che finchè posso cerco di evitare.

La preparazione di base è quindi una pasta che può sostituire egregiamente la pasta sfoglia vera e propria soprattutto nella preparazione di finger-food dolci o salati che siano mini-croissant, pizzette, vol-au-vent, tartellette o danish.

Oltretutto questa pasta rispetto alla sfoglia vera che sia di burro o di margarina, ha anche il pregio di essere un po' meno grassa, quindi più digeribile e meno calorica.

Il metodo quì riportato è quello elaborato da Adriano Continisio.

Ingredienti

Farina 00 250 gr.
Formaggio spalmabile tipo Philadelphia o simili 250 gr.
Burro 160 gr.
Sale
Olio EVO
Passata di pomodoro
Mozzarella
Origano

In una ciotola mescolare la farina con due pizzichi di sale, il burro ed il formaggio con una spatola in modo da ottenere un composto bricioloso.

Trasferire su un foglio di pellicola trasparente e compattarlo in un rettangolo che misuri più o meno 25x35 e alto un cm circa.

Chiudere bene la pellicola, spostare su un taglierino e mettere in frigo per una notte almeno, meglio ancora per 24 ore.

Adesso si tratta di dare dei giri semplici, per dare un po' di struttura e di omogeneità alla pasta che da briciolosa che era diventerà magicamente liscia e uniforme.

Primo giro:
Spolverizzare la spianatoia con farina, spacchettare il panettino, metterlo sulla spianatoia, spolverizzarlo e stenderlo col mattarello non troppo sottile.

Ripiegare il lato destro al centro e poi il lato sinistro sempre al centro in modo da ottenere un panettino simile a quello di partenza (se non vi è chiaro guardate le foto del post di Adriano).

Rimpacchettare con la pellicola e riporre in frigo sempre poggiato sul tagliere.

Dopo mezz'ora circa dare un secondo giro identico al primo, altra mezz'ora in frigo e poi ripetere ancora con il terzo giro.

Rimettere in frigo fino all'utilizzo.

Siccome la mia spianatoia è piccola ho ritagliato l'impasto a metà e steso in due tempi distinti.

Stendere l'impasto a 2-3 mm. circa di spessore, avendo cura di infarinare in precedenza spianatoia impasto e matterello.

Con un tagliapasta rotondo da biscotti ricavare tanti dischetti che trasferirete poi sulle teglie coperte di carta forno.

Potrete anche metterli piuttosto vicini in quanto questa pasta in cottura si ritira e cresce verso l'alto.

Mettere un po' di passata in una tazza e prelevando con un cucchiaino condire ogni dischetto, aggiungere un pizzico di sale e qualche goccia di olio EVO e mettere in forno caldo a 180° x 5' circa, regolatevi voi coi vostri forni.

Potreste anche condire la passata nella tazza prima di distribuirla, magari mettendoci un acciuga sciolta nell'olio caldo, in tal caso però dovrete usarla tutta!

Tagliare la mozzarella a cubettini.

Quando cominciano a colorarsi sopra tirarle fuori, aggiungere un cubettino di mozzarella ed un pizzico di origano su ogni dischetto e rinfornare altri 3', finchè il cubetto si scioglie.

Sfornare, far intiepidire e mettere sul vassoio di portata.


Quando ritagliate la pasta col cerchio vi rimarranno diversi piccoli scarti inutilizzati di forma imprecisata, che potrete recuperare così: rimpastateli tutti assieme rapidamente, rimettete poi il tutto in congelatore per 10' e date di nuovo poi i 3 giri semplici come sopra.

Con questo sistema sfoglierà di nuovo che è una bellezza.

lunedì 29 marzo 2010

Zuccotto della festa



Nonostante lo stato di convalescenza del piccolo chef domenica scorsa siamo riusciti a fargli una festicciola per il compleanno più intima, tra parenti stretti.

Ovviamente ci voleva il dolce e alla domanda "Quale dolce vuoi per il tuo compleanno?" il piccolo chef risponde automaticamente "Lo zuccotto!"

Ora, dovete sapere che non si riferisce ad uno zuccotto normale tipo quello fiorentino bensì allo zuccotto della festa. Il nome e la ricetta di partenza provengono dal libro "Cioccolato" di Patricia Lousada, già citato in un altro post e dal quale ho sempre attinto a piene mani.

Si tratta di un dolce a forma semisferica dove la superficie esterna è formata dalle fette di un rotolo al cioccolato con farcitura all'albicocca.
L'interno è semplicemente una mousse al cioccolato bianco e panna.

Rispetto per esempio allo zuccotto alla fiorentina, la parte fruttata che lì è data dai canditi e di il cioccolato/cacao del ripieno vengono trasferiti sulla copertura lasciando l'interno candido e pannoso!

Finchè non si sapeva dell'allergia all'uovo fare il rotolo non era un problema, ma adesso si!
Sfido chiunque a cercare sui libri o in giro sul web una ricetta per un rotolo che non preveda l'utilizzo di uova.
Se la trovate vi prego di segnalarmela perché mi farebbe parecchio comodo!

Così mi sono inventato un impasto senz'uovo modificando la ricetta della base della mia Sacher senz'uova in modo da avere un impasto che steso e cotto su una teglia da forno, fosse poi arrotolabile senza spaccarsi (chi di voi ha fatto un rotolo almeno una volta in vita sua sa di cosa parlo).

Sebbene all'inizio mi paresse una missione impossibile ci ho provato e sono abbastanza soddisfatto del risultato.

Il rotolo è venuto soffice e ben arrotolato la farcitura però è risultata un po' scarsa, per farla breve noterete che è rimasto un buco all'interno su molte fette.

Oltretutto siccome eravamo in pochi ho fatto la cupola più piccola ma con le fette grandi e questo dà forse un po' un'idea di grossolanità e improvvisazione.

Siccome per queste ragioni non mi sembrava presentabilissimo e non me la sentivo di pubblicarlo, mi è venuta in soccorso l'idea della raccolta di ELel delle ricette riuscite a metà delle proprie aspettative (cosiddette di serie B) alla quale contribuisco più che volentieri!


Quì sotto infatti c'è una vecchia foto di una precedente realizzazione fedele alla ricetta originale ed il mio riferimento quindi era questo.


L'idea vi può far comodo anche se la volete adattare alla ricetta di un vostro rotolo farcito come più vi piace, tant'è che la mousse bianca si presta ad essere abbinata più o meno con tutto.

Ingredienti

Per il rotolo:
Farina 00 100 gr.
Zucchero 75 gr. (ho usato lo zefiro)
Fecola 50 gr.
Cioccolato fondente 50 gr.
Latte intero 140 gr.
Lievito vanigliato 8 gr. (mezza bustina)

Marmellata di albicocche 350 gr.
Panna 100 gr.
Gelatina in fogli 6 gr. (3 mezzi fogli)

Per la mousse:
Cioccolato bianco 280 gr.
Acqua 80 gr.
Panna fresca 400 gr.

Procedimento
Preparare l'impasto per il rotolo: mescolare la farina, la fecola e lo zucchero in una ciotola capiente.

Sciogliere il cioccolato sbriciolato in 50 gr. di latte caldo, mescolare e quando è completamente sciolto aggiungere i rimanenti 90 gr. di latte freddo, controllate con un dito che non sia caldo e versatelo sulle farine amalgamando con una frusta.

Girare a lungo il composto con la frusta, finchè non è ben cremoso ed amalgamato.

Preparare la teglia da forno (la mia misurava 30x35 circa) semplicemente con un foglio di carta forno.

Versare l'impasto sulla teglia e con un tarocco od un cucchiaio distribuirlo ad un altezza il più possibile uniforme su tutta la superficie, l'impasto è abbastanza sodo da consentirlo.

Mettere in forno caldo a 160° x 10', regolatevi col vostro forno.

Preparare la farcia del rotolo sciogliendo la gelatina (che avrete in precedenza tenuto a bagno nell'acqua alcuni minuti e poi strizzato) nella panna.
Una volta sciolta mescolare alla marmellata di albicocche con una frusta.

Fate raffreddare appena per far addensare leggermente.

Tirare fuori dal forno la teglia e ribaltare la torta ancora calda su un altro foglio di carta forno un po' più lungo del rotolo, poggiato su una spianatoia (per non rovinare il tavolo col calore).
Staccare delicatamente la carta forno della cottura.
Con un coltello lungo e affilato rifilare il perimetro togliendo un cm. circa tutto intorno che è infatti un po' più duro e croccante e quindi restio all'arrotolamento!

Spalmare rapidamente la farcitura di albicocche e aiutandosi con la carta forno arrotolare più stretto possibile, stando attenti a non rompere la pasta.

Far raffreddare alcuni minuti e poi chiudere la carta forno a caramella.
Avvolgere questo involto in un foglio di alluminio chiudendo anche questo a caramella per conservare la forma rotonda del rotolo.

Appena è abbastanza freddo mettere il rotolo in congelatore 24 ore almeno.

Il giorno successivo preparate anzitutto uno stampo semisferico da 2 litri di capacità rivestendolo internamente con pellicola trasparente.

Prendere il rotolo, spacchettarlo e tagliarlo ancora freddo in fette alte 6/7 mm. circa (alla fine comunque ve ne avanzeranno alcune) .

Rivestire le pareti della cupola con le fette più belle, cercando di riempire pressandole un po' tra loro, gli spazi che rimangono tra fetta e fetta.

Preparare la mousse: sciogliere acqua e cioccolato bianco dolcemente (io uso il microonde) e mescolare finchè il tutto è omogeneo.

Far raffreddare e nel frattempo montare molto bene la panna.
Quando il cioccolato è sufficientemente raffreddato da non smontare più la panna versarcelo a filo mescolando bene con una frusta, finchè la mousse è ben omogenea.

Versare la mousse nello stampo rivestito con le fette e livellare.
Aggiustare le fette che sporgessero troppo dal livello della mousse (io ne ho tagliate alcune a metà) ed infine coprire chiudendo con le ultime fette.

Coprire con pellicola e possibilmente con un coperchio (io come stampo ho usato una ciotola semisferica dell'Ikea col suo tappo) e mettere in frigo 6/8 ore almeno.

Sformare sul piatto di portata e togliere la pellicola trasparente.

Io quì l'avevo presentato con una collana delle mie praline latte/malto per la loro forma anch'essa semisferica.

Nonostante la mousse sia scioglievole, ha un'ottima struttura: al taglio la fetta si sostiene perfettamente.

venerdì 26 marzo 2010

Carré di Colomba al cioccolato


Questa ricetta può tornare utile dopo la Pasqua quando si devono smaltire le colombe accumulate e si vuole dar loro una veste un po' diversa tanto per variare un po'.

A ieri, ovvero a dieci giorni dalla Pasqua il censimento delle colombe in casa mia ammontava a quattro esemplari tra acquistate e ricevute in dono, quindi per me quest'esigenza si poneva ben prima!

In realtà il post era programmato per contribuire con un'altra ricetta al contest di Babs (in collaborazione con Genny di Alcibocommestinbile e Dario Loison) visto che si può concorrere con tre differenti idee sulla colomba: la più raffinata, la più originale e la più golosa.


Per la più raffinata ho già dato con lo zabaione aromatizzato al Grand Marnier, questa credo che la farò concorrere come ricetta golosa.

Avevo anche un'altra ricetta già eseguita e pronta ma non potrebbe concorrere come accostamento "originale", sarebbe un'altra ricetta "golosa"; la pubblicherò quindi dopo la Pasqua sempre con l'intento di suggerire un modo di riciclare gli avanzi delle feste.

Ho fatto quello che più ci si può aspettare da me ovvero, tanto per cambiare, l'abbinamento col cioccolato.

In commercio si trovano prodotti dolciari per la Pasqua di pasticceria industriale che esulano dalla ricetta della colomba tradizionale della quale talvolta conservano la forma ma non gli ingredienti.

Come ben sapete si trovano dolci lievitati con farciture e glassature agli aromi più disparati e magari senza arancio candito.

La ricetta che quì propongo è quella di più semplice realizzazione, in quanto parte con una colomba già confezionata, se poi volete fare anche quella non vi trattengo, ma secondo me una colomba tradizionale fatta artigianalmente non ha certo bisogno di altri artifici!

Praticamente ho tolto alla colomba testa, coda ed ali ottenendo il centro grossomodo quadrato e senza crosta, il "carré" appunto, parola che in francese ha il duplice significato di "lombata" e "quadrato" :-)

Ho fatto una crema pasticcera al cioccolato l'ho stesa col sac-a-poche in tubi di 1 cm. di diametro che poi ho congelato.

Una volta induriti li ho inseriti all'interno del "carrè" che ho poi glassato su tutto il perimetro a vista.

Vediamo nel dettaglio:

Ingredienti

Una colomba da 1 kg.

Per la crema pasticcera al cioccolato:
Latte 130 gr.
Cioccolato fondente 20 gr.
Tuorlo 1
Zucchero 35 gr.
Farina 00 13 gr.
Cacao amaro 4 gr. (un cucchiaino scarso)

Per la glassatura
Cioccolato fondente (al 50% di cacao) 180 gr.
Acqua 35 gr.

Procedimento
Preparare la crema pasticcera al cioccolato.
Scaldare il latte in un pentolino, aggiungere il cioccolato a dadini e scioglierlo completamente. Lasciar appena intiepidire.

In un altro pentolino montare il tuorlo con lo zucchero, aggiungere farina e cacao setacciati insieme e mescolare bene con una frusta.

Aggiungere il latte/cioccolato tiepido continuare a mescolare con la frusta su fuoco basso.

Cercate di ottenere una crema molto densa, cuocendo qualche minuto in più e girando bene per non far attaccare.

Togliere dal fuoco e far raffreddare girando di tanto in tanto.


Trasferire la crema in un sac-a-poche con bocchetta liscia di diametro 10 mm. e su un taglierino coperto di pellicola fare 4 tubicini lunghi 20 cm. (cioè lunghi quanto il carrè).


Ricoprire con pellicola e mettere nel congelatore per 24h circa. Io ce l'ho tenuti 3 ore appena perchè avevo tempo solo quella sera ed erano ancora troppo morbidi, per inserirli nel carrè ho faticato non poco!

Forare il carrè con degli spiedi girandoli un po' all'interno per formare i canali per i tubi di crema.


Se fossero ancora troppo morbidi per riuscire a penetrare bene, come è successo a me, allargare i fori con un dito e tagliare i tubi a metà inserendoli da un lato e dall'altro.


Pareggiare il carrè se necessario e infilzarlo verticalmente con alcuni spiedi per appoggiarlo sospeso su di una ciotola alta, in modo da procedere alla glassatura del perimetro.



Ho scelto una glassa elementare cioccolato e acqua, in proporzione tale da avere una consistenza morbida, asciutta e quindi non appiccicosa, che si potesse tagliare senza scheggiare e che rimanesse aderente alla pasta, facile a distribuirsi e che rimanesse lucida; il tutto con due ingredienti soli.

Sciogliere il cioccolato fondente tagliato a dadini assieme all'acqua (io uso il microonde). Mescolare bene e far intiepidire.

Versare parte della glassa tiepida sul lato orizzontale.
Distribuirlo con una spatola dritta formando una superficie liscia, distribuire poi parte della glassa anche sul lato verticale formando lo spigolo.

Cercate di non spatolare troppo la glassa specialmente quando comincia ad essere più fredda perchè ne va della sua lucentezza.

Ribaltare il carré e procedere come sopra con gli altri due lati.



Prendere per gli spiedi e poggiare delicatamente con la mano sotto sul piatto di portata.

Togliere gli spiedi, controllare tutto il perimetro e prima che asciughi, rifinire gli spigoli ove necessario.

Al taglio la fetta presenterà i quattro bocconcini di crema al cioccolato.


Conservare in frigo 3-4 giorni max.

mercoledì 24 marzo 2010

Cioccolatini latte e malto


Post scarso di foto ma ricco di trucchi e consigli sul cioccolato!

Devo dire che non amo particolarmente il cioccolato al latte ed anche che non compro più cioccolatini ormai da anni, visto che l'assortimento di ricette che mi sono creato, taroccature comprese, supera di gran lunga l'offerta presente in commercio, sia come varietà che come qualità.

Una delle taroccature che non sono mai riuscito ad ottenere in maniera convincente ed alla quale invece terrei moltissimo perchè lo ritengo un prodotto abbastanza di qualità (anche se commerciale), è il Lindor, quello con l'incarto rosso ovviamente.

La caratteristica difficile da ricreare è infatti la marcata burrosità del ripieno morbido ma solido che sciogliendosi in bocca dà quella sensazione come dire... di fresco?

E così nella travagliata via della sperimentazione una tappa intermedia è rappresentata da questi cioccolatini al latte e malto i quali, lungi dal potersi chiamare Lindor, non sono da disprezzare.

Tra l'altro così ho modo di utilizzare il barattolone di malto d'orzo che avevo comprato per fare i lievitati e nei quali ne va un cucchiaino per volta si e no.

Quando non avevo il malto d'orzo li facevo con l'orzo solubile sciolto nella panna della ganache.

Nota sullo stampo: quando acquistate uno stampo da cioccolatini, prediligete quelli che danno una forma che apre bene verso l'alto: si sformano in un batter d'occhio.
Viceversa uno stampo come quello che ho usato quì, quasi cilindrico vi darà qualche difficoltà in più allo smodellaggio!

Queste sono le ultime ricette col cioccolato temperato, dopo la Pasqua credo che le temperature ambientali mi costringeranno a metter via marmo e stampi almeno fino ad Ottobre.

Qualcuno si domanderà:
E cosa fanno i cioccolatieri nella stagione calda?

Risposta:
O lavorano in ambiente climatizzato (e a me chi me lo fa fare? mica devo vendere)

O fanno il gelato (idem)

Io credo che farò altri dolci...


Ingredienti

Cioccolato al latte per la copertura 500 gr.
Cioccolato al latte per il ripieno 120 gr.
Panna liquida (freschissima) 30 gr.
Malto d'orzo 20 gr.
Burro 30 gr.


Procedimento

Per fare questi cioccolatini è previsto il temperaggio del cioccolato al latte. Fate riferimento al temperaggio del cioccolato fondente e a quello del cioccolato bianco e... state in mezzo!

Ovvero: sciogliere il cioccolato al latte a bagnomaria o nel microonde mescolando spesso fino a portarlo a 49-50° non di più!

Pesare in una ciotola un terzo della massa sciolta e tenerla da parte.
Versare sul marmo i rimanenti 2/3 del cioccolato fuso e spatolare distendendo e raccogliendo più volte finchè raffreddandosi addensa leggermente assumendo un consistenza pomatosa.
Il termometro segnerà 26°.

A questo punto raccogliere rapidamente la massa raffreddata e versarla nella ciotola contenente il terzo ancora caldo.
Mescolare bene finchè la massa risultante è omogenea.
Controllare col termometro che sia a 30°.

Se è molto di più (tipo 32°) riversarne parte sul marmo, spatolare una o due volte, reincorporarla poi col resto e riverificare la temperatura.

Se invece è più fredda riscaldare appena sul bagnomaria.
Considerate che se il bagnomaria è molto caldo rischiate di superare la temperatura desiderata a causa dell'inerzia termica, ovvero il calore latente accumulato dalla ciotola arriva al termometro con un po' di ritardo e quindi vedrete salire la temperatura anche dopo che avrete tolto la ciotola dal bagnomaria.

Con un po' di pratica acquisirete quel "sesto senso" che vi permetterà alla lunga di non usare neanche più il termometro.

Versare il cioccolato nelle cavità dello stampo da cioccolatini. Per calcolare la quantità di cioccolato da sciogliere considerate che a seconda dello stampo un cioccolatino pesa dai 7 ai 15 gr. (tipicamente 10 gr.)

Calcolate metà del peso per la copertura (e metà per il ripieno), moltiplicate per il numero di cavità ed aggiungete 100 gr. di cioccolato per lavorare comodi. 10-20 gr. come minimo infatti si perdono attaccati alle ciotole e agli altri attrezzi, se è più freddo poi, la copertura del cioccolatino viene più spessa.

E poi, quando siete a riempire le ultime cavità non è che avete tante mani e tanti occhi per raschiare la ciotola fino all'ultima goccia!

Battere lo stampo ripetutamente per far salire l'aria in superficie, ribaltarlo tenendolo alto sul marmo per sgrondare il cioccolato dalle cavità.
La quantità necessaria a fare il cioccolatino rimarrà aderente alla cavità.

Quando non cola più, girare lo stampo e spatolare con la spatola raschietto la superficie dello stampo per togliere l'eccesso.

Rovesciare a faccia in giù su un foglio di carta forno e attendere 5' che si solidifichi.


Mettere lo stampo coperto 10' ad abbattere in frigo.

Preparare il ripieno: scaldare la panna ed aggiungere il malto.

Portare ad ebollizione e versare d'un colpo sul cioccolato tritato fine.

Mescolare bene ed aggiungere il burro tagliato a dadini e tenuto a temperatura ambiente una o due ore.

Amalgamare bene e quando tiepido mettere in un sac-a-poche con bocchetta liscia tonda diametro 3-4 mm.

Riempire ogni cavità fino ai 3/4.

Mettere lo stampo coperto con carta forno in frigo per 15-20'

Temperate il cioccolato al latte per fare la chiusura dei cioccolatini: vi saranno sufficienti i 300 gr. circa residui del primo temperaggio.

Lasciate lo stampo una o due ore a temperatura ambiente.
Dal sotto lo stampo vedrete che si staccheranno gradualmente dalle cavità.

Per smodellare prendete lo stampo tra le mani e torcetelo nei due versi.
Ribaltatelo con un colpo rapido sul marmo.
Sollevate lo stampo: i cioccolatini dovrebbero essere tutti lì, dico dovrebbero perchè spesso c'è qualche recidivo e allora è necessario insistere (dopo aver liberato la superficie da quelli buoni e bravi) con qualche colpo secco dato con un lato dello stampo sul marmo.


lunedì 22 marzo 2010

Uovo di Cioccolato (Uovo di Pasqua)


Settimana lunghissima per me la scorsa, senza possibilià per lungo tempo di cucinare alcunchè e con tutti i piani buttati all'aria.

Era prevista infatti per ieri anche la festa di compleanno in grande per i 4 anni del piccolo chef, che invece è stata rimandata.

Come ho già detto in coda ai commenti del post precedente, c'è stato qualche problema in più con la sua salute che ha portato alla ribalta nuove priorità.

Adesso che tutto è più o meno tornato alla normalità, riprendo a scrivere e pubblicare.

Essendo abituato a fare tre post a settimana questa premessa mi pareva doverosa...

Non che non abbia fatto proprio niente... sono riuscito a trovare il tempo per fare una Sacher Torte da 30 persone per il decimo compleanno della mia nipotina ma era un po' tirata via e così non ho fatto neanche le foto :-(

La tradizione vuole che per la Pasqua ci si scambino uova decorate di varia natura.
L'uovo per l'uomo ha sempre rivestito un forte carattere simbolico legato alla vita ed al suo mistero.

Ancor prima dell'avvento del cristianesimo, già nell'antica Persia pare ci fosse l'usanza di scambiarsi uova di gallina all'arrivo della primavera.

Essendo appena entrati nella primavera non c'era tema più adatto per oggi, così si arriva preparati per la Pasqua!

Farsi l'uovo di cioccolato da soli in casa non è difficile o almeno, è più semplice che fare i cioccolatini ripieni.

Anzitutto è necessario avere gli stampi da uova di cioccolato, in più una bilancia, la carta forno ed i soliti arnesi per il temperaggio per ottenere un bell'uovo lucido e solido!


Di stampi i negozi di casalinghi molto forniti, ne vendono di varie misure: di solito si trovano quelli da 250, da 350 e da 600 gr.

Indicativamente le misure interne ovvero quelle dell'uovo che ne risulta sono rispettivamente: 205x135 per il 250 gr. 230x165 per il 350 gr. e 270x185 per il 600 gr.

Questi pesi sono calcolati però per l'uovo in produzione automatica, gli stampi come noterete, hanno spesso dei punzoni e relativi fori di accoppiamento per la produzione a macchina in automatico.

Per farli artigianalmente è preferibile mettere un 10-20% di cioccolato in più così da avere un uovo più spesso e maneggevole.

La cosa alla quale dovrete prestare maggiormente attenzione è il maneggiare le uova.
Il calore delle dita infatti lascia dei segni evidenti sulla superficie lucida dell'uovo.

Cercate quindi di maneggiarle lo stretto necessario e ricordate che le ditate potrete sempre coprirle con la decorazione.

Ho provato anche ad usare i guanti in lattice, ma le mani si scaldano anche di più!
L'unica cosa che non lascia segni è usare un panno morbido, che però fa poca presa.


Procedimento

Praticamente si fanno le duè metà dell'uovo, poi si saldano insieme e si decora.

Essendo cavità che possono accogliere un chilo e anche più di cioccolato il metodo che si usa per i cioccolatini di riempire la cavità e poi rovesciarla non è applicabile, bisogna ricorrere perciò ad un altro metodo.

Sciogliere il cioccolato e temperarlo.
Versare nello stampo pesando la quantità occorrente per fare metà uovo.


Ricordate che se usate un cioccolato con molto zucchero sarà meno scorrevole e quindi vi occorrerà metterne un 10-20% in più!

Ruotare lo stampo più volte per distribuire uniformemente il cioccolato fino ai bordi dello stampo nel mentre che solidifica.



Nelle foto come vedete lo stampo non è sempre il solito ma le foto buone per illustrare erano queste! Guardate quindi il cioccolato!

Via via che addensa l'onda rallenta e si assottiglia, quando sarà ridotta ad una goccia, appoggiate lo stampo capovolto su carta forno a solidificare per 10'


Passare in frigo altri 10'
Togliere dal frigo e lasciar solidificare a temperatura ambiente tutto il tempo necessario affinchè l'uovo si stacchi dalla sagoma, in genere con 18° ci vuole un oretta.

Controllate da sotto di tanto in tanto a che punto è.
Se lo distaccate forzatamente prima rimarranno dei brutti segni sul cioccolato lucido.

Quando estraete il semiguscio dallo stampo sentirete un crepitio di cariche elettrostatiche ed uno sprigionarsi di aroma di cacao!


Conservate il primo semiguscio e preparate il secondo come sopra.


Per unire i due semigusci preparate una teglia da forno capovolta sui fornelli con un foglio di alluminio ben steso sopra.

Accendete i fornelli per pochi secondi in maniera da avere il calore distribuito uni formemente. Toccate con mano per controllare via via che raffredda che sia al punto giusto, ovvero caldo ma non da bruciare.

Nel frattempo avrete sistemato al lato su di un panno morbido un semiguscio con la sorpresa dentro chiusa in un sacchettino (non dimenticatela! può sembrare superfluo come consiglio ma a me è capitato più volte e se ne fate diversi trovate anche il modo di distinguerli l'uno dall'altro con le diverse sosprese dentro o rimarrete nel dubbio di avere mandato i Gormiti destinati a vostro nipote, alla vostra fidanzata!).

Prendere l'altro semiguscio appoggiarlo sulla placca calda muovendolo un poco in circolo, il bordo dell'uovo si deve sciogliere appena appena,


sollevate il semiguscio ed applicatelo all'altro facendolo combaciare premendo delicatamente e controllandone tutto il perimetro.


Lasciar raffreddare la saldatura.

Prendete l'uovo sempre sistemato sul panno e procedete alla decorazione. E quì date fondo al vostro estro artistico, le possibilità sono innumerevoli.

Potete anche lasciare l'uovo così com'è ed incartarlo con stagnole colorate, stoffe, fiocchi, fiori secchi etc...

Prima di incartarlo procuratevi un bicchierino di plastica che gli faccia da piedistallo.
Nei negozi che vendono articoli di carta io ho trovato delle coppette monoporzione per budini che facevano al caso.

Per fare una decorazione commestibile i materiali sono vari.

Si trovano in commercio tubetti di glasse di zucchero colorate da usare come matite.
Le potete ricavare anche da voi facendovi il fondente di zucchero come spiego quì.

Qualche anno fa facevo così, ma è lungo e laborioso, oltretutto bisogna anche aspettare che asciughi bene per incartarlo ed il fondente tende anche a staccarsi più facilmente; perciò ho decorato con altro cioccolato (al latte e bianco) che a me era più congeniale, usando il sac-a-poche con bocchetta liscia di 2 mm.

Qualche consiglio: la decorazione è sia un modo per impreziosire il vostro dono (eh già perchè di solito l'uovo lo si fa per donarlo, no?), che un trucco efficace per coprire qualche magagnetta, le ditate in primis!

Lo ripeto, non maneggiate troppo l'uovo e siate semplici: le decorazioni eccessive appesantiscono l'insieme.

Partite possibilmente con le idee chiare, uno schizzo a matita su un foglio vi può già dire se il colpo d'occhio è efficace; ricordate infatti che quì non c'è la gomma per cancellare, ogni grattata sull'uovo lascia la cicatrice!

Ultimo ma non meno importante, scrivere su una superficie curva non è così semplice come scrivere su di un piano: per prendere la mano potrete allenarvi sulla calotta esterna dello stampo.

Per questo uovo ho scelto un motivo floreale di roselline bianche ripetuto all'infinito... repetita iuvant!


P.S.: ho anche caricato la foto sul canale Caffarel di Made in kitchen, pare che la Caffarel dia una sorpresa a tutti i partecipanti.

Speriamo sia di cioccolato o meglio ancora... di Gianduia!

lunedì 15 marzo 2010

Mississippi Mud Pie


Questo post è un altro peccato di gola neanche tanto piccolo che nasce anche come occasione per partecipare alla raccolta di "ricette ammericane" di Anice @ Cannella.



Non che la cucina statunitense sia al top delle mie preferenze, ma come spesso avviene, se si va sul dolce un punto d'incontro lo si trova sempre :-)

Pur avendo il demerito di aver inventato ed esportato il fenomeno del fast-food e quindi la banalizzazione e la mediocrizzazione dell'atto stesso del nutrirsi, gli USA hanno il merito di essere un calderone di culture e di popoli, dalla cui mescolanza riesce a venir fuori anche qualcosa di gastronomicamente valido ed interessante.

Questa ricetta è un classico della cucina americana del Sud, dove prima aveva le colonie il Re di Francia (e secondo me se ne intuisce il contributo....... della cucina francese, non del Re ovviamente) e dove abbondavano le piantagioni di canna da zucchero e cotone.

Il nome significa "Crostata di fango del Mississippi".
Pare che il riferimento sia alle acque fangose del delta del fiume di New Orleans.
La farcia infatti, anche dopo la cottura, rimane di una consistenza ed un colore che lo ricordano.

Un dolce simile è la torta di fango del Mississippi (Mississippi Mud Cake) che è un dolce tipo torta a strati con glassatura al cioccolato e che mi riservo di provare in futuro.

Analizzando le ricette che ho a disposizione, ne ricavo che l'impronta ovvero il sapore tipicamente americano al dolce è assicurato dalla presenza di ingredienti poco comuni per noi italiani.

In quelle ricette infatti si parla spesso di latticello, panna acida, melassa di canna da zucchero, burro d'arachidi; ingredienti in parte assimilabili alla cucina anglosassone ed in parte alle risorse che offriva il nuovo mondo.

Avevo sempre considerato la cucina americana un po' eccessiva nell'uso di grassi e zuccheri, in realtà se si guardano bene anche le ricette di dolci europee non sono poi quantitativamente così diverse.

E così dopo lungo girare (le erboristerie ormai sono diventate dei Franchising di cosmetici, se chiedete la melassa, vi guardano come se gli faceste la supercazzola) ho trovato il mio barattolone di melassa bruna in un supermercato di prodotti naturali.

A guardarla bene a me sembra somigli parecchio il malto d'orzo... un po' di differenza c'è comunque e allora mi sono buttato fiduciosamente nell'impresa.

Siccome il mio piccolo chef in questi giorni ha la broncopolmonite ed è inappetente, babbo ha avuto il via libera a fare una torta con le uova ad uso e consumo degli adulti... a lui comunque ho lasciato i sigari di cioccolato della decorazione :-)

Dunque questa torta è così composta: un sottile guscio esterno di pasta frolla, una farcitura aromatizzata con un efficace mix di cacao, caffè, melassa, panna acida ed inaspettatamente pochissimo cioccolato fondente.

Dato l'aspetto un po' rude e screpolato della torta, la decorazione adatta sono dei sigari o rollini di cioccolato.


INGREDIENTI
Per la pasta frolla
Farina 00 200 gr.
Zucchero semolato 40 gr.
Sale un pizzico
Burro 100 gr.
Tuorli 1
Acqua fredda 2 cucchiai

Per la farcia
Burro 150 gr.
Cioccolato fondente 30 gr.
Cacao amaro 60 gr.
Caffè liofilizzato 5 gr.
Uova 3
Zucchero semolato 250 gr.
Panna acida 60 gr.
Melassa bruna 70 gr.
Aroma di vaniglia
Sigari di cioccolato per la decorazione

PROCEDIMENTO
Preparare la pasta con un po' di anticipo, mescolando farina zucchero e sale, aggiungere il burro freddo tagliato a dadini ed amalgamare fino ad ottenere un composto bricioloso.

Allungare il tuorlo con l'acqua fredda, aggiungerlo alle briciole lavorando brevemente per ottenere un impasto consistente.
Porre mezz'ora in frigo.

Preparare una teglia da crostate di 24 cm. di diametro applicando due striscie di carta forno incrociate che eccedano in lunghezza il bordo della tortiera.
Per farle aderire le ho unte dal di sotto con del burro.

Stendere la pasta frolla sottile fino al bordo. Rimettere in frigo per un'ora.

Preparare la farcia sciogliendo assieme burro e cioccolato.
Aggiungere mescolando il cacao setacciato ed il caffè solubile. Lasciar raffreddare.

Lavorare a crema con una frusta le uova con lo zucchero, aggiungere poi la panna acida, la melassa e la vaniglia.

Aggiungere anche l'altro composto di burro sciolto e mescolare uniformemente.

Versare nello stampo appena tirato fuori dal frigo e mettere nel forno preriscaldato a 180° per 35- 40'.

E' consigliabile posizionare la griglia nella parte più bassa del forno.

Per la cottura comunque fate attenzione ognuno conosce il suo forno, per avere 180° sul mio basta impostare 160, controllate di tanto in tanto.

A noi piace la frolla molto biscottata e con 35' di cottura ero già al limite.
Il dolce comunque è cotto quando fa la crosticina in superficie e si screpola.

E'normale anche che sia vistosamente screpolato e che si sieda al centro.


Al taglio, dentro sarà sempre morbido e cremoso, specialmente al centro .

Far raffreddare un' oretta e poi, meglio se vi fate aiutare da qualcuno, tirare dagli orecchi di carta forno che sporgono dal bordo, sollevare la torta e porla sul piatto di portata.

Far finire di raffreddare completamente e guarnire coi sigari di cioccolato.


P.S.: per fare i sigari di cioccolato procedere come segue: Sciogliere 200 gr. di cioccolato e temperarlo. Spalmare sul marmo ad uno spessore sottile 1-2 mm.
Lasciar raffreddare ma non completamente, cioè il cioccolato deve essere appena solidificato ed ancora morbido. I
mpugnare con forza la spatola triangolare pulita e raschiare "contropelo" con un inclinazione di 30° circa il cioccolato.
Fate diverse e brevi strisciate controllando che si arricci a rotolino.
Spostare i rotolini sulla torta con la spatola via via che vengono fuori.

giovedì 11 marzo 2010

99 colombe per la "Sorelle Nurzia"



Disegno opera di: Nina Francesca


Oggi post informativo.

Su invito di Lydia ho potuto conoscere il difficile momento che stà attraversando un grande marchio dolciario italiano la "Sorelle Nurzia", azienda aquilana famosa per il torrone abruzzese e non solo.



Le difficoltà di oggi di questa azienda non stanno tanto nelle conseguenze dell'attuale crisi economica globale, i prodotti tradizionali locali infatti riescono a reggere sui piccoli mercati locali; sono quelli che bene o male riescono a fidelizzare meglio una clientela fatta di famiglie, amici e conoscenti e ad affermarsi come 'ricordino' gastronomico tipico per il turista.

La loro difficoltà reale è dove noi non immaginiamo: a questa azienda il terremoto del 6 Aprile del 2009 non solo ha rovinato le infrastrutture poi faticosamente rimesse in funzione, ma soprattutto ha dissolto la domanda del mercato locale fatto di negozi di alimentari ed enoteche del centro storico che non esistono più e non ultimo di due generazioni: i ragazzi ed i bambini sistemati altrove, tutti soggetti questi ai quali abitualmente era rivolta l'offerta dolciaria di base.

Sul post di Lydia di oggi nonchè sul blog 99 colombe da lei co-gestito troverete anche la bella lettera che Mara Marinangeli la responsabile del Marketing della "Sorelle Nurzia" invia al mondo di noi food-blogger, scritta da una casina di legno antisismica dove la connessione internet va e viene che si appella a noi e quindi anche a voi tutti per trovare nuovi canali di vendita per i suoi prodotti.

L'intento di questa iniziativa è quindi di diffondere da subito la notizia il più possibile in modo da promuovere l'acquisto dei prodotti e per i food-blogger che vogliono aderire, registrarsi sul blog 99 colombe ed il 6 Aprile pubblicare un post con una ricetta che preveda l'uso dei prodotti "Sorelle Nurzia".



La mia preghiera quindi è: diffondete, se volete e come potete: se fate parte di un GAS (gruppo acquisto solidale) potete proporre per esempio l'acquisto costante dei prodotti, idem se fate parte che sò di una parrocchia o altra comunità che pratica la solidarietà.

Ecco i listini (cliccare sull'immagine per vederla ingrandita):


Le condizioni di vendita sono le seguenti:
Le spese di trasporto sono di 5 euro a spedizione.
Pagamento: anticipato altrimenti contrassegno.
Consegna immediata.

Visione campionatura, sul sito www.sorellenurzia.it

Per ordini o info: mara.sorellenurzia@gmail.com

Momentaneamente l'azienda deve ricorrere al contatto per email ed invio diretto, in quanto la realizzazione di un sito di e-commerce avrebbe richiesto un mese e così si va oltre la Pasqua.


Abitando a Firenze ammetto che ancora non conoscevo questo storico marchio dolciario abruzzese, che a detta di fonti certe che mi provengono da Roma è invece celeberrimo ed apprezzatissimo.

Devo dire che al di là della bella iniziativa di solidarietà che si stà creando intorno a questo marchio ed alla quale sono fiero di contribuire, a me piace anche il modo in cui sono presentati i prodotti: mi sanno proprio di cose buone di altri tempi, quando la produzione era più curata; niente a che vedere insomma con l'omologazione di sapori ed aromi nelle quali il mercato della grande distribuzione ha confinato il nostro senso del gusto.

Grazie per aver letto questo post.

mercoledì 10 marzo 2010

Cupola Millefoglie


Post lunghissimo ed articolato, se riuscite a leggere tutto fino in fondo avrete la mia stima più profonda ;-)

Nell'anteprima lo avevo chiamato "Zuccotto Millefoglie", in realtà dello zuccotto questo dolce ha vagamente la forma e nient'altro, quindi ho variato il titolo del post in corso d'opera e l'ho ribattezzato "Cupola Millefoglie".

Mi ero imbattuto tempo fa nel contest (ancora aperto) indetto da Genny di Alcibocommestibile sulle torte di compleanno, dove teoricamente ci si può cimentare anche nella torta che ci sarebbe piaciuta avere ma nessuno ci ha mai fatto.
Niente di più vero nel mio caso, si da il caso che io abbia sempere sofferto la mancanza di una torta tutta per me e di una festa come si deve per il mio compleanno perchè la sorte mi ha fatto nascere alla vigilia di Natale (per non parlare poi dei regali due in uno...).
Quindi per anni ho partecipato alle feste di compleanno altrui con tanti invitati dove troneggiavano torte alla panna e millefoglie con non poca invidia.

Forse è per un senso di rivalsa che mi sono appassionato alla pasticceria e ho iniziato a pasticciare le mie prime cose.

Per la vigilia di Natale infatti è inutile organizzare una festa di compleanno, o almeno in casa mia la pensavano così, la scuola è chiusa, le famiglie (compresa la mia) sono tutte concentrate ed indaffarate ad organizzare il Natale e non ti ci viene nessuno.

Il mio compleanno quindi era festeggiato il giorno di Natale (che quindi era il compleanno di qualcun'altro), talvolta soffiando le candeline sul meringato del Natale e comunque sempre nello spirito del due in uno.

L'unico millefoglie che mi fu dedicato fu quello per il rinfresco della prima comunione (e anche lì c'entrava sempre quel qualcun'altro che non ero io, al quale in casa mia hanno sempre dato molta importanza!).

L'occasione per questa volta è stato il compleanno comune delle mie due sorellone maggiori che sono infatti nate ad un anno e sei giorni di distanza.

Sempre per rimanere fedele allo spirito del due in uno ho fatto per la loro festa una torta unica ma speciale come quella che vorrei per me!

Quello che mi piace della pasticceria, al di là del perpetuarsi dei sapori della tradizione è quel saper proporre il gusto dolce con forme audaci ed inconsuete, proprio come nell'architettura degli edifici si assecondano le leggi della statica per realizzare costruzioni che appaghino anche il senso artistico/estetico.

Tempo fa in un bellissimo libro di ricette della Ecole Lenotre che per anni ho reverentemente solo letto e mai provato ad eseguire, ho visto la foto di una calotta di pastasfoglia traforata usata come guarnitura di una macedonia di frutta esotica.
Questa è stata un immagine, anzi molto di più: un'idea, che mi è sempre rimasta in testa.

Il millefoglie è un dolce tipico della tradizione italiana. La ricetta tradizionale prevede strati di pasta sfoglia caramellata alternati a crema diplomatica ovvero crema pasticcera "alleggerita" con panna montata.

(Questa crema è impropriamente chiamata Crema Chantilly che invece per i francesi è semplicemente panna montata zuccherata)
La suddetta crema viene inoltre arricchita di goccie o scaglie di cioccolato fondente.
Il tutto coperto da un generoso strato di zucchero al velo.

L'idea mia è quindi di "curvare" la forma del millefoglie classico e fare gli strati di calotte semisferiche di pasta sfoglia traforate per cuocerle e distaccarle meglio dalla forma.

Anzitutto procurarsi l'attrezzatura necessaria per le calotte: io ho usato 3 ciotole semisferiche di misura decrescente, (in realtà la misura centrale era il colino d'acciaio che uso per il brodo!). I diametri sono rispettivamente: 20, 16 e 12 cm.

Altro attrezzo indispensabile è la griglia tagliapasta od in alternativa so che esiste un mattarello con le losanghe d'acciaio già stampate in rilievo per fare appunto la traforatura a losanghe.


CALOTTE E BASE DI PASTA SFOGLIA CARAMELLATA

Preparate con ragionevole anticipo 4 dischi di pasta sfoglia.
Quì c'è la ricetta magnificamente illustrata della mitica Paoletta di Anice&Cannella, letta la quale non avrete più dubbi sul procedimento.

In alternativa compratela, non sempre infatti si hanno a disposizione le mezze giornate in più per sfogliare e già questo dolce è molto laborioso.

Il formato di quella che si compra generalmente è 230 gr. ogni disco ed è stesa all'altezza giusta (2-3 mm.), vi avanzeranno un po' di ritagli dai dischi che potrete riutilizzare con un po' di fantasia per fare... che sò... delle tartellette di forma stravagante per esempio.

Per la cottura della pasta sfoglia per questi usi vi rimando al post sul diplomatico o sul millefoglie dell'altrettanto mitico Zio Piero che utilizza un prezioso suggerimento del celeberrimo Luca Montersino utile a mantenere gli strati di sfoglia croccanti.

Si tratta infatti di cuocere ogni disco di pasta prima a 160° per 1 ora e successivamente spolverarlo di zucchero e ricuocerlo a 220° finchè lo zucchero ha caramellato.

Viceversa con una cottura approssimativa la pasta sfoglia si ammollerà ed al taglio la fetta si ammoscerà un po'.


Premesso tutto questo, cominciamo.

Prendiamo un primo disco ritagliato a 24 cm. di diametro, buchiamolo su tutta la superficie e cuociamolo come suggerito sopra.

Questa sarà la base della torta.

Prendiamo un disco intero di pasta sfoglia, appoggiamolo sulla griglia e schiacciamo col matterello ad ottenere la traforatura.


Prendere la ciotola più grande rivestirla con un foglio d'alluminio avendo cura di non fare troppe grinze e ungerla bene con del burro.
Far cadere tutti i piccoli ritagli a losanga che si sono formati. Sollevare il telaio interno della griglia,e rovesciare la pasta sulla cupola.


Adattare la trama della griglia alla cupola e ritagliare la pasta eccedente dal bordo. Mettere a cuocere come sopra.


Sfornare e staccare delicatamente ancora caldo: prima la stagnola dalla calotta e successivamente la stagnola dalla pasta sfoglia.


Ritagliare e cuocere le altre due cupole più piccole ripetendo esattamente il procedimento di quella grande.

Cuocete anche un po' di quei rombettini avanzati che vi serviranno in parte per riempire la calotta più interna ed in parte poi sbriciolati per la guarnitura finale.

CREMA DIPLOMATICA

Ingredienti:

Tuorli 8
Zucchero 300 gr.
Farina 90 gr.
Latte 1 lt.
Estratto di vaniglia o scorza di limone
Panna 1/2 lt.

Procedimento:

Scaldare il latte con l'aroma di vaniglia o se si preferisce tenerlo qualche ora in infusione con la buccia di limone (attenzione! solo il giallo!!)

Montare tuorli e zucchero con una frusta, quando sono montati aggiungere la farina setacciata e mescolare.

Aggiungere il latte caldo (non bollente!) e mettere su fuoco piccolo mescolando continuamente affinchè non attacchi, finchè addensa.

Cercate di ottenere una crema pasticcera molto densa, io l'ho cotta quei 6/7 minuti in più.
Far raffreddare girando di tanto in tanto.
Mettere poi in frigo qualche ora finchè è ben fredda.

Montare bene la panna fredda. Tirar fuori la crema pasticcera fredda, dargli una mescolata ed aggiungere la panna montata poco alla volta mescolando con cura con la frusta.

Quando è ben amalgamata se si rimette un'oretta in frigo rassoda un altro po' e secondo me poi sostiene meglio.

ASSEMBLAGGIO DEL DOLCE

Preparare e tenere da parte 100 gr. di cioccolato fondente grattugiato o in gocciole.

Montare la torta direttamente sul piatto di portata. Mettere una cucchiaiata di crema sul fondo del piatto e poggiarci sopra il disco intero, così starà fermo al centro del piatto.
Coprire il disco con un primo strato di crema.

Prendere la calotta più piccola rovesciarla in una ciotola rivestita di pellicola trasparente e riempirla internamente di uno strato di crema.
Aggiungere una manciata di scaglie di cioccolato e riempire di crema mista ai ritaglini romboidali cotti messi da parte.


Tirar fuori la calottina riempita aiutandosi con la pellicola e capovolgere velocemente al centro della base. Togliere la pellicola.

Coprire con crema e spatolare uniformemente.
Aggiungere una manciata di cioccolato e coprire ancora con la crema.

Prendere la seconda calotta e premerla sopra alla cupola incremata finchè la crema esce dai buchi.

Come sopra: coprire con crema aggiungere il cioccolato, altra crema e spatolare uniformemente.


Montare infine la calotta superiore premendola delicatamente finchè la crema strabuzza appena dai buchi.


Toglier la crema in eccedenza che si fosse stratificata alla base.

Se alcuni buchi sono semi-vuoti prendere le ultime cucchiaiate di crema metterla in un sac-a-poche con bocchetta liscia di 10 mm. e riempire accuratamente.


Prendere la pasta sfoglia sbriciolata e guarnire il bordo base della torta.

A me piace anche così senza zucchero al velo...


Spolverizzare di zucchero al velo come per il millefoglie "piano".

Mettere in frigo 4 ore almeno prima di servire.

Questa ricetta partecipa al contest "La Torta della bontà" di Genny Alcibocommestibile.

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