lunedì 30 settembre 2013

Biscotti della Salute


In quest'ultima settimana purtroppo ho dovuto fare i conti con una specie di influenza che intanto mi ha costretto a letto per un paio di giorni e, cosa più sgradevole, mi ha costretto ad una cura antibiotica.

Una parentesi inaspettata in quanto in questo periodo perdurava una bella stagione soleggiata ed io tutto sommato mi sentivo piuttosto in forma e resistente,diciamo forse pure troppo! O almeno abbastanza da abbassare la guardia... ;-)

E così un po' per star più "leggero" ed un po', (visto il nome) anche con intento propiziatorio, ho voluto provare questi biscotti "della salute" che credo in linea generale non abbiano bisogno di presentazioni.

Perché il nome faccia riferimento alla "salute" non so dirvelo precisamente, forse perché ritenuti leggeri e quindi adatti al convalescente oppure forse perché viene inteso come composto da ingredienti sani.

Su questo secondo me ci sarebbe anche da discutere visto che tra gli ingredienti non mancano ad esempio il burro o il sale che sono due ingredienti tenuti d'occhio proprio da chi ha qualche problema in più con la salute o da chi comunque vuol prevenirne la comparsa, fatto sta che l'occasione era quella giusta.

Sinceramente a casa nostra non ne avevamo mai consumati prima d'ora, un ricordo d'infanzia però mi riportava al primo incontro con questi biscotti in occasione di un soggiorno da parenti lontani.

Mi rammento bene una specie di grossi cantucci molto leggeri e friabili, apparentemente fatti più o meno della stessa materia delle fette biscottate, dalle quali differivano però (oltre che per la forma) per lo spessore, per la dolcezza e non ultimo per un aroma loro tutto particolare, diverso da quello delle fette stesse.

Fatto sta che quando i filoncini cuocendo in forno hanno sviluppato esattamente quell'aroma lì ancora così ben impresso nella mia memoria, sono rimasto piacevolmente sorpreso e.... perché no, anche confortato per la mia salute! ahahah ;-DDD

Per la ricetta non ci sono indicazioni particolari se non che è consigliabile avere l'impastatrice che fa il lavoro per voi, soprattutto se siete convalescenti come lo ero io!!

Come farina non c'è bisogno scomodarne una particolarmente forte è sufficiente una farina media da pane, io ad esempio ne ho utilizzata una che coi suoi 9 gr di proteine ha fatto degnamente il suo dovere.

Detto tra noi poi, è una tendenza che sto seguendo ultimamente quella di far ricorso a farine comuni di medio valore per diverse ragioni che mi sta a cuore sottoporvi:

- parlando con un maestro panificatore ad un corso venne fuori il discorso che probabilmente buona parte delle intolleranze al glutine comparse negli ultimi decenni (sebbene il dato ancora sia in fase di verifica) possono essere imputabili all'uso massiccio e fin troppo disinvolto di glutine aggiunto per rinforzare le farine.
Lo scopo sarebbe quello di garantire una maggiore resa in panificazione (gli impasti assorbono più acqua), semplificando in parte anche il processo produttivo della panificazione stessa.
Nota: fino a circa 50 anni fa si usavano farine debolucce ma il panificatore artigiano passava la notte a dare pieghe su pieghe di rinforzo agli impasti.
La verifica non tanto del parametro di forza quanto diremo piuttosto del livello di panificabilità di una nuova partita di farina, era fatto empiricamente direttamente dai panificatori e pasticceri "lievitisti" che la ricevevano i quali semplicemente impastandone una manciata con un po' d'acqua facevano una palletta di impasto e masticandola come un chewing-gum ne ricavavano le sensazioni.

- la farina forte ha il suo perché nelle lunghe lievitazioni come quelle necessarie al lievito madre, o ai preimpasti di lunghissima maturazione.
Viceversa, in impasti diretti o che tanto per dire vedono la cottura in giornata, il loro utilizzo è inutile se non addirittura dannoso; in questi casi anche la sensazione di aver a che fare con un alimento poco digeribile è di solito piuttosto netta.

- ho piacere che le ricette che pubblico siano facilmente riproducibili da chiunque (ovviamente che abbia un minimo di passione!) con gli ingredienti comunemente reperibili un po' dappertutto.
Anche se purtroppo non può sempre essere così, in quanto soprattutto in pasticceria l'ingrediente più "tecnico" è spesso necessario, la tendenza mia vorrebbe essere questa... ;-D

Un'ultima annotazione sulla ricetta: il quantitativo di latte è indicato in un intervallo, dipende ovviamente dalla farina impiegata e da quanto riuscite a farne assorbire all'impasto.


Ingredienti
Farina 350 gr
Zucchero 50 gr
Latte 100-130 gr
Uovo 1 medio (55 gr quello che ho usato io)
Burro 50 g
Olio EVO 8 gr
Lievito compresso 7 gr
Sale 3 gr
Acqua 50 gr

Procedimento
Preparare uno "lievitino" sciogliendo tutto il lievito nell'acqua (che sia possibilmente tra i 25° e i 30°) e lavorarla impastandovi 100 gr della farina, l'impasto alla fine sarà liscio e sodo.
Formare una pallina, praticarci due tagli a croce, metterlo in un recipiente e coprirlo con acqua (sempre tra i 25 ed i 30°).


Nel frattempo mettere nella ciotola dell'impastatrice lo zucchero, l'uovo e 100 gr di latte tiepido (sempre 25-30°); tenere poi a portata di mano del latte però stavolta freddo, se sarà necessario ne aggiungeremo ancora quando l'impasto avrà preso corpo.

Appena il lievitino sale a galla,


sgocciolarlo e strizzarlo bene dopodiché aggiungerlo a pezzetti agli altri ingredienti in planetaria, aggiungere la farina rimanente ed avviare la macchina col gancio.

Quando l'impasto comincia ad essere formato, aggiungere il sale assieme a poco latte (1-2 cucchiai), farlo assorbire bene e far lavorare l'impasto fino ad incordatura aumentando la velocità.

Se giudicate che l'impasto lo richieda, aggiugnere ancora latte poco per volta, la consistenza deve rimanere comunque abbastanza sostenuta.

Una volta incordato l'impasto incorporarci poco per volta il burro pomatoso, ribaltando l'impasto tra un aggiunta e l'altra.

Infine per ultimo incorporare l'olio versandolo a filo mantenendo sempre l'incordatura.

Togliere l'impasto dalla macchina, verificare che la temperatura finale sia sempre intorno ai 26-28° max.


formarci una palla chiudendo sotto e porla in una ciotola coperta a lievitare preferibilmente in ambiente tiepido (intorno ai 27-28°)


 finché radoppia di volume.


L'impasto si presenterà ben gonfio e rotondo, comunque sempre teso superficialmente.

Capovolgere l'impasto sulla spianatoia e dividerlo in 4 pezzi uguali


che andranno in un primo momento preformati a palla chiusa sotto e lasciati riposare 5'.

Successivamente formare 4 filoncini del diametro di 4-5 cm circa allungadoli poco per volta senza forzare, lasciando riposare la pasta per 5' tra un allungamento e l'altro.

Stendere i filoncini ben distanziati su teglie di carta forno e mettere a lievitare a 28°, appena lievitati lucidare con uovo o semplicemente con latte.
Nota: se si preferiscono di una dolcezza più marcata sciogliere un po' di zucchero a velo nel lucidante prescelto.


Infornare a 180° per 15-20' al termine dei quali i filoncini dovranno essere bruniti.


Sfornare, lasciar raffreddare completamente e lasciarli riposare fino al giorno successivo.

 

All'indomani tagliare i filoncini a striscie larghe un dito circa, porli sulle teglie


 e passarli in forno basso (120-140° max) a biscottare, ovvero ad acquistare una bella doratura.

Normalmente dovrebbero volerci 15' circa per lato... ricordarsi di girarli!

In un sacchetto o in una scatola di latta si conservano a lungo sempre ben fragranti.

-o-

Buon inizio di settimana! :-D

lunedì 23 settembre 2013

Cantucci con Pasta di Mandorle


Come promesso alcuni giorni fa, vado avanti con le sperimentazioni in tema cantucci, proponendovi oggi questa versione un po' particolare... vediamo dunque in cosa è "particolare".

Nelle ricettazioni di pasticceria si fa spesso uso di ingredienti "composti", questo sia quando i singoli ingredienti che li compongono sono previsti nella ricetta di base, sia quando si voglia ricercare una "declinazione" particolare e diversa per un certo tipo di preparazione.

La pasta di mandorle (semilavorato di ampia diffusione) ad esempio, oltre ad essere utilizzata per gli scopi primari per i quali è nota (tanto per citarne alcuni: modellazione e decorazione, oppure come base per prodotti di pralineria e cioccolateria alternativa o integrativa alle crème ganache), trova ampio utilizzo in ricette nelle quali si prevede di utilizzare le mandorle e lo zucchero.


Non è raro difatti trovare la pasta di mandorle tra gli ingredienti di ricette professionali di una crema per torte da frigo, di una Genoise o anche di una Sablée, certo è che le varietà di paste di mandorla a disposizione del pasticcere consiste in semilavorati che possono essere anche molto diversi l'uno dall'altro, vuoi per il metodo di lavorazione seguito, vuoi per il rapporto di proporzione tra gli ingredienti (e non ultimo direi anche per la qualità delle materie prime impiegate...)

Per comodità comunque le ricette sopracitate fanno quasi sempre riferimento alla pasta di mandorle cosiddetta 1:1, ovvero quella che dovrebbe avere uguale rapporto tra mandorle e zuccheri.

Ricorderete senz'altro questa (buonissima) torta che pubblicai qualche tempo fa, nella quale utilizzavo la pasta di mandorle per realizzare una crema frangipane... ecco, anche la ricetta di questi biscotti  in buona sostanza realizza più o meno la stessa idea.

La ricetta dalla quale ho preso spunto e che ho modificato era molto più complessa, considerato però il quantitativo ridotto che ho riprodotto non aveva molto senso per me mettere ad esempio 2 gr di latte magro in polvere, anche per questo la ricetta si è semplificata abbastanza naturalmente.

Le differenze più evidenti con gli ultimi cantucci alle mandorle che ho pubblicato sono intanto nella forma, visto che questi in cottura si allargano molto di più (ed il fatto di aver usato stavolta mandorle frantumate grossolanamente ha contribuito all'ottenimento di un biscotto più schiacciato) e poi che per il contenuto di zuccheri invertiti (quello che c'è nella pasta di mandorle più quello del miele in ricetta)  tendono ad essere e a permanere più morbidi.

Peraltro, come tutti gli altri, sono destinati ad essere inzuppati...... quindi...

Buon divertimento!! ;-D

-o-

Ingredienti
Zucchero100 gr
Miele 15 gr
Sale un pizzico
Scorze di arancio e limone grattugiate
Pasta di mandorle 350 gr
Uova 100 gr
Zucchero di canna 25 gr
Lievito per dolci 2 gr
Mandorle grezze 150 gr
Farina 150 gr
Sale un pizzico

Procedimento
In una ciotola impastare assieme lo zucchero, il miele, la pasta di mandorle, le uova, il pizzico di sale e le scorze di agrumi grattugiate finemente.

Incorporare le mandorle grezze frantumate grossolanamente e lasciar riposare 5'.

Unire la farina setacciata col lievito, una volta assorbita, aggiungere lo zucchero di canna impastando brevemente cercando possibilmente di farlo assorbire poco all'impasto.

Coprire con pellicola a contatto e mettere in frigo per 2 ore.

Riprendere l'impasto e su un piano appena infarinato formare due filoncini di uguale peso e metterli distanziati su una teglia coperta di carta forno.

Lucidare con uovo o anche solo con un po' di albume (come ho fatto io)


...e cuocere a 180° per 15' sorvegliando la cottura.


Lasciar raffreddare, distaccare delicatamente i filoncini dalla carta forno e tagliarli in tante striscie trasversali larghe più o meno un dito.

In una scatola di latta o in un sacchetto di plastica si conservano a lungo.

-o-

A tutti i miei lettori auguro una buona settimana! :-D

martedì 17 settembre 2013

Ciambella "Moka"



L'umore del momento mi spinge a fare cose semplici per lo più torte adatte alla prima colazione che io poi immagino siano quelle che "istighino" maggiormente all'emulazione... ;-D

Il gusto "Moka", come sicuramente già saprete, generalmente si riferisce al connubio cacao/caffè, abbinamento che io apprezzo moltissimo ma che ovviamente per via dell'ingrediente caffè è precluso ai piccoli di casa.

Ho approfittato perciò di un recente periodo di "dieta in bianco" del mio dovuto ad un leggero malessere stagionale (eh sì, con la riapertura delle scuole ricomincia il valzer...) per realizzare questa torta dal gusto diciamo pure più "adulto".

Per il formato ho scelto lo stampo alto a cupola con foro centrale, quello usato per i kugelhupf per intendersi per una ragione in particolare: trovo che per la forma si presti bene ad essere riempito sia parzialmente che totalmente.
Il dolce che ne verrà fuori infatti avrà comunque sempre una fetta ben proporzionata, viceversa usando uno stampo a ciambella dal bordo più dritto se rempito per metà darà una fetta schiacciata.

Tra gli ingredienti figura anche lo zucchero invertito, che serve solo a mantenerlo morbido un po' più a lungo, se omesso però si deve sostituirlo portando a 125 gr la quantità dello zucchero semolato

Per il cioccolato da utilizzare non ci sono prescrizioni particolari, io ne ho utilizzato uno molto buono al 64% di cacao.

Va bene quindi quello che avete normalmente in casa, tanto più che è meglio tritarlo al coltello in una granella piuttosto fine, così che in parte verrà assorbito dall'impasto durante la cottura.

Per avere un'efficace aromatizzazione al caffè invece, se fate quello con la moca casalinga (tipo la Bialetti per intendersi) anche facendolo forte è meglio comunque rinforzarlo con un paio di cucchiaini di caffè liofilizzato, cosa che potrete tranquillamente omettere se invece usate l'espresso.


Ingredienti
Burro 100 gr
Zucchero semolato 100 gr
Zucchero invertito 20 gr
Uova 2
Farina 200 gr
Lievito per dolci 8 gr
Cioccolato fondente 50 gr
Caffè (della moca) 100 gr
Caffè liofilizzato 2 cucchiaini

Procedimento
Pesare e preparare gli ingredienti: setacciare assieme farina e lievito, separare le uova in tuorli ed albumi.
Preparare il caffè e nel frattempo che raffreddi bene, con un grosso coltello tritare il cioccolato a granella fine.
 
Montare il burro morbido assieme agli zuccheri, quando sbianca incorporare un tuorlo alla volta.

Con una spatola incorporare infine la farina col lievito alternandola al caffè, cercando di mantenere sempre l'impasto legato uniformemente (né troppo liquido, né troppo duro).

Incorporare infine la granella di cioccolato ed infine gli albumi montati a neve durissima.

Imburrare ed infarinare lo stampo, versarvi l'impasto e livellare se necessario.


Cuocere a 180° per 30' circa in forno già caldo.

Nota: se si raddoppia la quantità facendo lo stampo pieno, conviene abbassare la temperatura del forno di 10° e tenercelo 40' circa, verificare comunque con lo stecchino.

 Sfornare, attendere qualche minuto e poi capovolgere la ciambella su una griglia lasciandocela raffreddare.
 
Spolverizzare con zucchero a velo e mettere sul piatto di servizio.


-o-
 Buon proseguimento di settimana!! :-D

giovedì 12 settembre 2013

Cantucci alle Mandorle (con Burro)


I cantucci alle mandorle non hanno certo bisogno di presentazioni, conosciuti anche come biscotti di Prato, in abbinamento al Vin Santo (=vino passito) sono diventati col tempo uno dei dolci simbolo della cucina regionale toscana.

La presente versione diciamo che è molto classica, grammo più - grammo meno è mediamente quella che riportano la maggior parte dei libri di pasticceria e dalla quale se avete voglia potete partire per azzardare eventuali declinazioni che possono spaziare dall'impiego di altri frutti a guscio fino ad ingredienti più "esotici"...

Tante difatti sono le variazioni che si vedono in giro (e non mancano quelle salate) che, come dicevo diverso tempo fa per il plum-cake, anche per il cantuccio si può parlare non più di una ricetta ben precisa bensì di un vero e proprio genere a sé.

Ho pensato bene perciò di creare il tag apposito includendovi quelle che ricordo di aver pubblicato negli anni scorsi, il proposito sarebbe quello di arricchirlo di tanto in tanto con qualche nuova idea... beh, si starà a vedere! ;-D

Nota: nel titolo ho specificato tra parentesi 'con burro' per non confonderla con quest'altra mia ricetta nella quale i grassi sono solo quelli delle mandorle.

-o-

Ingredienti
Farina 250 gr
Uova 1
Tuorlo 1
Mandorle grezze 100 gr
Zucchero 180 gr
Lievito per dolci 3 gr
Burro 25 gr
Vin santo (o altro vino passito) 20 gr circa
Uovo per spennellare


Procedimento
Ammorbidire il burro e mescolarlo con lo zucchero l'uovo, il tuorlo ed il passito.

Setacciare assieme farina e polvere lievitante ed incorporare lavorando fino ad ottenere un impasto omogeneo che dovrà risultare leggermente appiccicoso in modo da trattenere le mandorle, eventualmente fosse troppo asciutto aggiungere ancora un po' di passito, un cucchiaio alla volta.

Incorporare infine le mandorle grezze, facoltativamente si possono tritare grossolanamente per darne una distribuzione più omogenea all'impasto, io comunque preferisco sempre metterle intere.

Lasciar riposare l'impasto una mezz'ora a temperatura ambiente coperto con pellicola a contatto dopodiché dividere in due parti uguali e formare due filoni di 25 cm circa da posare distanziati (in cottura si allargheranno) su una teglia coperta di carta forno.


Spennellare con uovo (o anche solo albume, è sufficiente) e cuocere a 180° per 25-30' circa,  comunque fino a doratura.

 

Lasciar raffreddare per alcuni minuti poi tagliare i filoni in tante striscie larghe un dito.

 

Sarebbero già pronti così però se si preferiscono molto biscottati si possono rimettere nel forno spento e ancora caldo per una ventina di minuti circa, controllando di tanto in tanto che non scuriscano.
Tradizionalmente come dicevo nell'incipit, vengono degustati inzuppandoli uno alla volta nel vino passito, io invece in questi giorni me li gusto a fine pasto col caffè, sebbene non credo sia proprio il modo più ortodosso... ma voi non ditelo a nessuno! ;-D

Buona giornata e visto che siamo già a giovedì... buon fine settimana! :-D

lunedì 9 settembre 2013

Panini Latte e Miele


Come avrete notato i dolci ed anche i lievitati in questo blog sono solitamente piuttosto calorici, tra i miei ingredienti prediletti infatti figurano spesso burro, frutta a guscio e non ultimo ovviamente il cioccolato.... ;-)

Quello che vi presento oggi una volta tanto va invece in controtendenza con quanto detto sopra, essendo un impasto che non ha ingredienti grassi e neppure le uova ma che non fa in alcun modo rimpiangere né gli uni né le altre.

Certo è che questi sono comunque degli ottimi panini da colazione, molto gustosi già inzuppati così da soli, sono indicatissimi per essere riempiti con la marmellata più eventualmente un velo di burro.

Per quanto riguarda gli ingredienti il fatto  che non ce ne siano due che normalmente assicurano morbidezza e resistenza al raffermamento, viene ampiamente compensato dall'utilizzo consistente del miele e del metodo di lavorazione che prevede un preimpasto, quì un "poolish" di media durata.

Il risultato in questi termini è senza dubbio sorprendente!
Chiusi in un sacchetto si sono mantenuti bene per alcuni giorni, cosa che utilizzando metodo diretto e zucchero comune sarebbe stata davvero improbabile.

La ricetta si presta bene anche a ricavarne dei pani in stampo da plum-cake,


in questo caso consiglio caldamente di ungere lo stampo per agevolare un distacco altrimenti più problematico del solito.

Un altro vantaggio del non impiego delle uova è che la ricetta è facilmente riproporzionabile ad ogni quantitativo di un dato ingrediente, utile quindi per esaurire fino all'ultimo grammo una rimanenza di miele o farina.

Come farina utilizzare tranquillamente una farina da pane comune ovvero di media forza, anche nel poolish non ho avuto problemi a farle reggere una maturazione di 6 ore.

Per quel che riguarda la scelta del miele invece è consigliabile evitare quelli troppo amari come quello di castagno ed orientarsi su quelli più dolci, io ad esempio ho usato un buon millefiori moderatamente dolce.

-o-


Ingredienti per 16 panini da 40 gr

Per il preimpasto
Farina 150 gr
Latte parzialmente scremato 150 gr
Lievito compresso1,5 gr

Per l'impasto finale
Farina 250 gr
Sale 8 gr
Miele 80 gr
Malto (facoltativo) 5 gr
Latte parzialmente scremato 50-60 gr
Lievito compresso 4 gr

Procedimento
Preparare il poolish: in una ciotola capiente sciogliere il lievito nel latte e mescolarlo alla farina ottenendo una pastella.

Coprire con un panno e lasciar maturare per 6h a 25°

 
N.B: (il poolish è pronto per l'impasto quando comincia ad affossare al centro)

Trascorso quel tempo mettere nella ciotola della planetaria il poolish maturo, la farina setacciata col malto, il miele, i 4 gr di lievito e 50 gr di latte.

Montare il gancio e far formare l'impasto, aggiungere poi il sale disciolto con i rimanenti 10 gr di latte, alla fine si dovrà ottenere un impasto liscio e setoso; al limite, aggiungere ancora un po' di latte poco alla volta se si giudica che la farina impiegata ne richieda di più.

Formare una palla con l'impasto e mettere coperto a campana (cioè sotto la ciotola capovolta) a "puntare" per una decina di minuti.


Spezzare pesando pezzi tutti uguali calcolando un 10% in più di peso dell'impasto rispetto al peso finale del panino che si vuole ottenere, considerata la perdita di peso durante la cottura.

  
N.B.: ad esempio io ho pesato 45 gr di impasto perché li volevo di 40 gr...

Formare delle palline ben chiuse sotto e poggiarle distanziate tra loro su teglie coperte di carta forno.


Spennellare con latte e lasciar lievitare al chiuso per un'oretta circa dopodiché spennellare di nuovo con latte e cuocere a 190° per 15' circa o fino a doratura.


Lasciar raffreddare su una griglia e servire i primi ancora tiepidi e profumanti di "appena sfornato"...


Buona settimana a tutti! :-D

giovedì 5 settembre 2013

Gelato al Cacao



Anche in questo inizio di Settembre la calura estiva non accenna a mollare e perciò con la scusa di rinfrescarmi un po', ne approfitto per mantenere ancora in esercizio la mia piccola gelatiera...

Nonostante non ne abbia pubblicati da lungo tempo (più di un anno!) in realtà ne ho provati e gustati diversi: alla nocciola, al pistacchio, al caffé, fior di latte e stracciatella etc...
Il fatto è che se poi deve venirci fuori un post la presentazione della coppa va un attimino elaborata con qualche cosa in più, che so...  una salsa, dei decori in caramello o cioccolato, granelle varie.


Questa è una delle ricette che ho fatto e rifatto più volte per il piccolo di casa, che come ricorderete ha qualche problema con le uova ed apprezza più la sostanza che la forma, quindi mi perdonerete la presentazione un po' spartana... ;-)

Quando si parla di gelati al cioccolato si sa che per essere più gustoso e cremoso dovrebbe essere fatto a partire da una base di tuorlo cotto e pastorizzato e con dell'ottima copertura fondente, come questo quà che pubblicai un bel po' di tempo fa.

Se però per qualche ragione, come ad esempio la sopracitata allergia agli uovo-prodotti si rende impraticabile questa strada, questa ricetta può rappresentare una valida alternativa.

Sebbene oltretutto preveda l'utilizzo del solo cacao in polvere, se ne usate uno di ottima qualità (rinomati quelli olandesi) non vi sentirete affatto deprivati!

Per rendere le cose più semplici ho omesso l'utilizzo degli zuccheri diversi dallo zucchero comune (molto utilizzati nella gelateria artigianale/professionale per abbassare il punto di congelamento) per via della loro non facile reperibilità, conviene perciò consumarlo tutto subito appena prodotto per gustarlo al meglio.

Al limite per far ancor prima potete utilizzare lo sciroppo di zucchero di canna già pronto del quale parlavo quì.
N.B.: la dose di sciroppo da mettere in sostituzione della combinazione acqua e zucchero sarà di 185gr.


Ingredienti
Cacao amaro (olandese) 30 gr
Latte 150 gr
Zucchero 100 gr
Acqua 125 gr
Panna 200 gr

Procedimento
In un pentolino mettere l'acqua e poi lo zucchero, mettere sul fuoco, lasciarlo sciogliere completamente, portare ad ebollizione tenendovelo per un minuto.

Togliere dal fuoco lo sciroppo di zucchero e mettere sul fuoco il latte, portarlo ad ebollizione e versarlo poi a filo sul cacao setacciato in una ciotola cercando di scioglierlo senza formare grumi.

Una volta disciolto miscelarvi lo sciroppo di zucchero e fa raffreddare completamente.

Montare non completamente la panna ben fredda (come si fa per le bavaresi ed i semifreddi) ed incorporarvi la miscela di cacao e zucchero (mescolarla bene prima perché tende a sedimentare) filtrandola con un colino se necessario.

Versare nella gelatiera già accesa e portare a mantecatura.

Porzionare e servire subito.

-o-

Buon proseguimento e fine settimana! :-D


lunedì 2 settembre 2013

Schiacciunta


Dopo lungo tempo ritorno finalmente a scrivere sul blog, nel frattempo ho avuto la fortuna di poter soggiornare per buona parte del mese scorso all'Isola d'Elba, terza isola italiana (dopo le regioni Sardegna e Sicilia) nonché la maggiore delle isole dell'arcipelago toscano.... è chiaro perciò che oggi vi parli un po' di questacucina isolana! :-D

La cucina elbana è una classica cucina toscana di mare che essenzialmente sfrutta la ricchezza ittica dell'isola sebbene qualcuno sostenga che paradossalmente sia in realtà nata sulle alture e nell'entroterra ma solo in un secondo tempo abbia integrato la parte marinara.

Basata principalmente su ingredienti semplici e piatti poveri, anche per quel che riguarda la pasticceria non fa eccezione: pochi ed essenziali i dolci tipici delle ricorrenze, il loro punto di forza sta nella genunità e particolarità delle materie prime che la natura a tratti ancora selvaggia di alcune zone dell'isola può tutt'ora offrire.

Sebbene io abbia passato il tempo della mia villeggiatura per lo più a riposare o fare sport (come mi ero ripromesso, niente cucinare o pasticciare), ho potuto fortunatamente anche dedicarmi ad arricchire il mio ricettario con un po' di ricette elbane, gentilmente fornitemi direttamente dagli autoctoni.


Intanto per oggi cominciamo con una cosa elementare (beh, giusto per riscaldarsi un po' dopo la pausa...), quella che vi riporto quì è una ricetta di famiglia così come è sempre stata tramandata di madre in figlia della "Schiacciunta" che, non è difficile comprenderlo, significa 'schiacciata unta' per via che è un dolce basso e contenente strutto.

Oltre a questa comunque ho reperito anche le indicazioni per fare la "Schiacca 'briaca", che è senza dubbio il dolce più conosciuto dell'isola, il "Corollo" e la "Sportella" dolci tipici della Pasqua, i "Frati" che poi altro non sono che ciambelle di pasta fritta, insieme ad alcune ricette marinare.
A tempo debito mi auguro di poter sperimentare e mostrarvi anche il resto... ;-)

Come dicevo questo dolce è davvero semplice, si tratta praticamente di un grosso biscottone, un disco di frolla allo strutto aromatizzata con un po' di limone e curiosamente decorato con un po' di "pizzicotti" e zucchero semolato, particolare attenzione dovrà essere prestata perciò alla cottura che visto lo spessore della pasta, dovrà essere effettuata a calore moderato per poter rimanere in forno un tempo non troppo breve.

Per molti versi ricorda un po' certe torte sbriciolose del nord Italia come appunto la Sbrisolona cremonese o la Fregolotta trevigiana, la presenza dello strutto le conferisce però una friabilità particolare...

-o-

Ingredienti
Farina 200 gr
Strutto 100 gr
Zucchero 100 gr
Uovo 1 (50 gr)
Lievito per dolci 2-3 gr
Scorza di mezzo limone
Zucchero semolato q.b.

Procedimento
Preparare e pesare gli ingredienti.

Sbattere lo strutto ammorbidito a temperatura ambiente con lo zucchero, la scorza del limone grattugiata finemente e l'uovo, infine incorporare la farina setacciata col lievito lavorando brevemente, giusto il tempo di formare un impasto omogeneo e compatto.

Coprire con pellicola e lasciar riposare 1h almeno in frigo.

Trascorso il suddetto tempo, riprendere l'impasto renderlo di nuovo malleabile e stenderlo in una teglia o in un cerchio del diametro di 20 cm o poco più, la torta deve comunque risultare alta 1 - 1,5 cm al massimo.

Una volta livellata, "pizzicare" tutta la superficie con pollice e indice per ottenere l'effetto visibile in foto.


Cuocere a calore piuttosto moderato (indicativamente 160°) per 30' circa o comunque fino a doratura, sfornare, attendere qualche minuto e poi porre su una griglia fino a raffreddamento completo.


Spostare sul piatto e cospargere con abbondante zucchero semolato.


Ottima per ogni occasione dalla prima colazione al tè delle cinque!

-o-


Auguro a tutti i miei lettori una buona settimana. A presto! :-D


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