lunedì 27 maggio 2013

Torta Salata alle Cipolle


Ultimamente il tempo scorre via veloce, ho in coda svariati post che attendono la pubblicazione ma lo stimolo di scriverne gli articoli a contorno è molto bassa, più che altro perché stare fermo seduto a scrivere ad un computer diciamocelo con onestà non è che sia la cosa più bella al mondo e fortunatamente per me questa attività perde la competizione con le molte altre più soddisfacenti che riempiono la mia quotidianità.

Peraltro so che questo blog è molto più seguito di quel che appare dai commenti, che qualcuno attende con curiosità la mia prossima ricetta e questo è per ora uno stimolo bastante ad andare avanti con la condivisione del mio "diario goloso" senza particolare stress di dover pubblicare di più o piazzare link quà e là per aumentare visite e consensi.

Riflettendo un po' mi rendo conto che la ricerca spasmodica di consenso è in realtà una delle psicosi del nostro tempo e purtroppo il tempo a disposizione è rimasto il medesimo. Certo è che se impiegato a coltivare contatori e relazioni per lo più virtuali, finisce per svuotare le nostre vite dai contenuti e dalle relazioni reali... e non è un bel vivere! :-)


-o-

Ma ora passiamo ai discorsi seri: la base di questa torta è una pasta friabile salata che non presenta particolari difficoltà di esecuzione, è sostituibile anche con la cosiddetta "pasta brisée" che non sto quì a riportarvi ed in entrambi i casi dovrete prestar attenzione a cuocerla bene... ;-)

Talvolta purtroppo mi è capitato di dover assaggiare torte salate col fondo mal cotto o comunque insufficientemente (tanto che avevano mantenuto lo stesso colore pallido che da crude) e anche tralasciando l'impietoso giudizio gustativo, se c'è una cosa che mi rimane indigesta e che faccio fatica a mandar giù questa è proprio la pasta cruda.

Contrariamente a quella dolce questo tipo di frolla salata, rimane morbida non avendo il fondamentale apporto di croccantezza data dallo zucchero.

Per il ripieno è consigliabile rosolare bene sia le cipolle che la pancetta, non fosse altro per l'abbondante rilascio di liquidi delle prime in cottura, infine per il legante formato da uova, latte e farina, a me è capitato che ne avanzasse un po' e ci ho fatto al volo due piccole omelette col formaggio...

La torta è favolosa dopo poco che è stata sfornata ma riscaldata il giorno dopo è pure meglio! ;-)


Ingredienti (per uno stampo di 24 cm di diametro)

Per la pasta frolla salata
Farina 125 gr
Fecola 15 gr
Burro 75 gr
Uovo 40 gr
Parmigiano grattugiato 25 gr
Mandorle tritate fini 15 gr
Sale 3,5 gr

Per il ripieno
Cipolle di Tropea 350 gr
Pancetta 75 gr
Uova 150 gr
Latte 350 gr
Farina 20 gr
Sale
Pepe

Procedimento
Preparare la pasta frolla salata: battere il burro morbido col sale, incorporarci l'uovo appena sbattuto ed infine con una spatola incorporare farina e fecola precedentemente setacciate assieme e mescolate con mandorle e parmigiano.

Ottenuta una pasta uniforme avvolgerla nella pellicola e metterla in frigo per un paio d'ore almeno o anche fino al giorno successivo.

Preparare nel frattempo il ripieno: in una padella antiaderente rosolare la pancetta tagliata finemente, togliere poi la pancetta dalla padella e nell'unto rimasto sul fondo stufare le cipolle tagliate a fettine sottili.

Preparare la pastella stemperando con la frusta la farina con poco latte alla volta in modo da non formare grumi, aggiungere poi il resto del latte e le uova mescolando bene, infine aggiustare di sale e pepe.

Stendere la pasta frolla salata in un tondo di misura adeguata per foderarci uno stampo da crostata del diametro di 24 cm appena imburrato, cercare possibilmente di non lasciare scarti.
Bucare il fondo con uno stecchino.


 Riempire con le cipolle stufate e cospargere con la pancetta rosolata distribuendo uniformemente.
 

Mescolare bene la pastella (tende a sedimentare) e versare sulla torta coprendo interamente il ripieno.

Cuocere a 170° per 40' circa o comunque fino a doratura, sfornare ed attendere una decina di minuti di raffreddamento per smodellare dallo stampo.

Io ho usato uno stampo col fondo amovibile, anche se sembra banale mi permetto di consigliarvi di non improvvisare lo smodellaggio per non ritrovarvi poi magari con la torta in mano ed il cerchio rovente sul polso come sovente accade la prima volta che si usa uno stampo così....

Conviene perciò mettere una tazza rovesciata sul piano

 

e tenendo lo stampo dal bordo appogiarcelo sopra facendo cadere poi il cerchio sul piano.

 

A questo punto si può prendere la crostata infilandola sotto con una paletta larga  e poggiarla sul piatto di servizio.

Buona settimana !!! :-D

lunedì 20 maggio 2013

Crostata di Visciole (dello Zio Piero)


Chi è nato o vive a Roma sicuramente conoscerà ed avrà avuto modo di apprezzare la crostata di visciole, uno dei tanti contributi della cucina ebraica a quella romana.

Da tempo l'avevo adocchiata ed annotata nella versione dello Zio Piero (quì), il quale nel suo tentativo di ricostruzione della ricetta ideale fa riferimento a quella del forno Boccione di Roma che si trova tutt'ora nell'ex ghetto ebraico della capitale.

Nel mio tentativo ho variato poco ad esempio per quanto riguarda la marmellata non l'ho pesata ma ho fatto ad occhio,  inoltre ho usato uno stampo più grande ovvero da 24 cm di diametro.

L'originale alla quale si fa riferimento, ovvero quella di Boccione (o Boccioni? boh, non l'ho ancora capito...), purtroppo finora non ho mai avuto il piacere di assaggiarla; non mi sbilancerò perciò sulla fedeltà della clonazione, ma sicuramente posso garantire sulla validità della ricetta in sé, veramente ottima!! :-D

Per quanto riguarda l'aspetto finale confrontando le foto vi sarete accorti che ho aggiunto del mio... stendendo il disco di chiusura infatti mi era avanzata pochissima pasta frolla e mi è venuto naturale prepararci una decorazione.

Senza pensarci troppo su l'ho ristesa molto sottile ed ho formato istintivamente delle lunette sfruttando la differenza di curvatura di due tagliapasta circolari 


Ho poi disposto a raggiera le lunette ed infine colmato il vuoto centrale con un piccolo disco. 


Solo una volta terminato mi sono soffermato a dare un'interpretazione al simbolo che era venuto fuori direi... piuttosto inconsciamente. 
Diciamo che questo "sole raggiante" ha un po' la funzione di buon auspicio 'meteorologico' e... pure un riferimento alla personalità "solare" del mio carissimo amico, autore della ricetta! :-D



Il consiglio se volete provarla è quello di andare a copiarla direttamente alla fonte, quì di seguito non sto a doppiare quanto già ben descritto lì, semplicemente (visto che ho fatto pure qualche foto in più) riporto quella che per sommi capi è stata la mia realizzazione con le basi utilizzate... ;-)


Ingredienti
Pasta frolla 400 gr scarsi
Crema pasticcera adatta per il forno 200 gr
Ricotta di pecora 500 gr montata con
Zucchero 150 gr
Marmellata di visciole o amarene (io la seconda)


Procedimento
Preparare la pasta frolla e farla riposare in frigo almeno un paio d'ore.

Stenderla poi in uno stampo da crostata tagliando poi via l'eccesso




Coprire il fondo con la crema pasticcera, coprire con uno strato di marmellata ed infine con la ricotta ben lavorata con lo zucchero.

Stendere la pasta frolla rimanente (ho verificato che erano 160 gr circa) in un disco poco più largo della tortiera, applicarlo a chiudere la torta e sigillare tagliando la pasta in eccesso ai bordi.


Io a questo punto, come mostrato sopra, ho fatto la decorazione che non è strettamente necessaria, quindi si può direttamente cuocere: 180° per 40' circa o fino a doratura.


Lasciar raffreddare, capovolgere su un piatto e ricapovolgere sul vassoio.

Buona settimana a tutti!! :-D

lunedì 6 maggio 2013

Croissant (Semi-) Integrali


Qualche settimana fa mi è capitato di provare tra molti altri anche questi cornetti quì, colpa in parte anche di Caris che ne ha pubblicato la ricetta in un bellissimo e completo post sul noto forum "Gennarino".

Tra l'altro il suddetto post è ad oggi tutto fuorché esaurito, ancora fioccano i contributi nuovi ed interessanti, se siete appassionati del genere vi consiglio di tenere d'occhio quel post e comunque anche di visitare l'intero forum che certamente vale la pena di un esame approfondito... ;-)

Il titolo originale della ricetta del M° Leonardo Di Carlo recita "Croissant integrali", però... già leggendo la ricetta nella quale la farina integrale è 1/4 del complessivo e verificando poi che anche il colore dell'impasto stesso è decisamente incline al chiaro mi sono permesso di modificare il  titolo aggiungendo "Semi-" tra parentesi.... ;-)

Per quel che riguarda ricetta e procedimento invece ho lasciato tutto invariato e potrei pure osare definirla la "ricetta perfetta" tra quelle da me provate finora in tema di croissanteria/cornetti sfogliati etc... ma non lo farò... eheheh ;-PPP

Su questa ricetta potrei  pure soffermarmi a specificare molti aspetti tecnici riguardo il valore dell'apporto enzimatico della farina integrale, il modo di condurre l'impasto del pastello e le girate, la della puntata lunga nel frigo, la formatura etc... ma non farò neppure questo...eheheheheh  ;-PPP

Per gli approfondimenti infatti vi rimando direttamente al famigerato post summenzionato o se vi accontentate di molto meno, potete confrontarla con le ricette dello stesso tema già pubblicate su questo blog.


Ingredienti
Farina W330 375 gr
Farina integrale 125 gr (io una Bio macinata a pietra contenente anche il germe)
Lievito compresso 12,5 gr
Zucchero 55 gr
Malto 7,5 gr
Acqua 225 gr
Sale 9 gr
Tuorli 40 gr
Burro per le girate 250 gr

Procedimento
Iniziare impastando in planetaria gli ingredienti, aggiungere i liquidi e lavorare fino a formazione della maglia glutinica

Una volta pronto l'impasto lasciar lievitare 2h a 26°, "rompere" l'impasto e metterlo coperto nella parte più fredda del frigo (4°) per min. 8h - max. 18h.

Riprendere l'impasto, incassarci il burro e dare 3 pieghe semplici, lasciar riposare 2h circa e poi stendere a 3 mm circa.

Formare i croissant e mettere a lievitare su placche coperte di carta forno a 27° per 2h circa.

Dorare con uovo sbattuto con un po' di panna ed un pizzico di sale,


Infine cuocere a 180° per 18' circa o comunque fino a doratura.
 




Il risultato sarà un croissant leggero al peso, con una crosta friabile e leggermente croccante,


una mollica soffice con un alvolatura uniforme ma ben pronunciata, come questo:


oppure questo:


Oppure quest'altro ancora!


Buon inizio di settimana! :-D

lunedì 29 aprile 2013

Torta alle Mandorle e Carote



Come sapete di torte di carote se ne trovano tantissime versioni: quelle che hanno solo carote e niente mandorle, quelle con la farina e/o lo zucchero integrali, oppure quelle che hanno l'ingrediente particolare a connotare una marcata declinazione ad un gusto diverso tipo il miele, il succo di arancio, farine diverse da quella di frumento etc... o addirittura del tutto senza farina o senza grassi.

Questa rientra invece nelle versioni alle quali non manca proprio nulla: oltre alle carote infatti ci sono le mandorle, le uova, la farina.... e pure un goccetto di liquore!

Qualcuno di voi ricorderà che a suo tempo avevo già pubblicato questa (peraltro ottima) torta di carote e mandorle... ora, visto il precedente, per non stare a fare il solito titolo scontato del tipo "Torta di carote reloaded" oppure "Torta di carote 2", ho semplicemente commutato l'ordine delle parole nel titolo.

La torta a me personalmente è piaciuta parecchio, vi confesso che me la sono sinceramente goduta, con una soddisfazione che da tempo non provavo per una torta da forno per la colazione/merenda.
I miei "assistiti" a casa invece hanno avuto solo un po' da ridire che per loro il Rum si sentiva troppo (e beh, appena sfornata poi...), poi però zitti zitti di nascosto me l'hanno finita nel giro di 24h senza lasciarmi neanche le briciole... ;-)

La ricetta in sé non presenta grosse difficoltà, il procedimento è quello che parte dalla classica montata di burro ed è tutto sommato di rapida esecuzione.


Ingredienti
Burro 130 gr
Zucchero 130 gr
Uova 1 (grande: 65 gr circa)
Mandorle 130 gr (pelate e tritate finemente)
Carote 130 gr (pelate)
Farina 130 gr
Lievito per dolci 6 gr
Rum 15 gr
Sale un pizzico

Per guarnire
Mandorle tritate a granella 40 gr
Zucchero a velo

Procedimento
Preparare e pesare gli ingredienti: tritare finemente le mandorle per l'impasto e poi grossolanamente quelle per la guarnitura, tenere da parte separate.

Pelare le carote, lavarle ed asciugarle (la quantità necessaria va pesata senza le bucce), poi tagliarle a tocchetti e tritarle finemente nel cutter.

Setacciare la farina col lievito e mescolarla alla farina di mandorle.

Montare il burro (ammorbidito tenendolo a temperatura ambiente) con lo zucchero ed il pizzico di sale finché è ben spumoso e sbianca, incorporare l'uovo a filo e continuare a montare finché è ben amalgamato.

Con una spatola incorporare le farine setacciate, le carote tritate ed infine, quando il composto è omogeneo, il Rum.

Imburrare uno stampo di 20-22 cm di diametro e granellarlo con le mandorle

 
 versarci il composto, livellarlo con una spatola e coprire con altra granella.



Infornare a 180° per 30-40', al termine verificare la cottura con lo stecchino.

Sfornare, attendere 5' poi togliere dallo stampo e porre a raffreddare su una gratella, spostare poi sul vassoio di portata.






Servire con uno spolvero leggero di zucchero a velo.


Buon inizio di settimana! O se preferite... buon fine mese!! ahahahah ;-D

venerdì 26 aprile 2013

Torta di Briciole agli Amaretti



Immagino che molti dei miei lettori siano in viaggio o già in qualche destinazione vacanziera e leggeranno il post al loro ritorno, tutti gli altri invece già oggi possono godere di questa torta tanto gustosa quanto semplice.
Diciamo pure che sentivo il bisogno di pubblicare un post leggerino (da non confondere con ipo-calorico visto che la torta non lo è...) giusto per traghettare alla prossima settimana o forse anche al mese prossimo.

Questo dolce fa parte di quella categoria di torte secche tipo la "sbrisolona" di Mantova o la "torta fregolotta" di Treviso.
 Le particolarità di questa quì sono: la presenza degli amaretti che conferiscono il loro caratteristico sapore di mandorla amara, l'aromatizzazione col Rum e la copertura con un sottile strato di cioccolato gianduia... anche se in realtà io ho usato l'ultimo residuo di una pasta da gianduiotto fatta da me ;-)

Il procedimento è elementare, da una parte si miscelano le polveri, dall'altra i 'fluidi', poi tutto assieme 5' di impastamento in punta di dita ed il composto è pronto.

Essendo una torta molto asciutta il lievito chimico è necessario non tanto per farla crescere in volume ma giusto per conferire maggiore friabilità, l'unica accortezza importante sarà poi quella di non pressare troppo l'impasto nella teglia o nonostante il lievito si otterrà uno strato di pasta coriacea.

Fortunatamente io che per banale distrazione forse l'ho cotta quei 5' di troppo, ho ottenuto comunque una torta piacevomente croccante che ha riscosso grande successo.


Ingredienti
Farina 240 gr
Zucchero 120 gr
Amaretti (secchi) 100 gr
Mandorle 40 gr
Lievito per dolci 4 gr

Burro 100 gr
Tuorli 40 gr
Rum (scuro) 10 gr
Sale un pizzico

Per rifinire
Copertura Gianduia 50 gr
Zucchero a velo (facoltativo)


Procedimento
Setacciare la farina col lievito, tritare finemente le mandorle e gli amaretti e miscelare poi tutto assieme in una ciotola.

Fondere il burro, lasciarlo raffreddare un po' e poi aggiungerci i tuorli, il rum ed il pizzico di sale sbattendo per amalgamare il tutto.


Versare l'emulsione nelle polveri ed impastare inizialmente con una spatola e successivamente con la punta delle dita in maniera da ottenere un composto di briciole di grandezza uniforme


Versare il composto ottenuto in una teglia di 27-28 cm di diametro in modo che una volta steso risulti alto 1-2 cm circa, non di più.

Pressare leggermente lisciando con un tarocco in modo da ottenere uno spessore regolare 


 Cuocere a 170° per 25' circa fino ad ottenere un colore dorato.

Sfornare, attendere una decina di minuti, poi togliere delicatamente dallo stampo e mettere a raffreddare capovolto su un griglia.
N.B.: La torta sarebbe già buona così ma volendo la si può "rifinire":

Una volta raffreddata, sciogliere la copertura gianduia, temperarla e versarla al centro della torta.
Con una spatola lunga distribuire uniformemente la copertura in modo da creare un velo sottile sulla superficie del dolce.


Una volta rappreso se si vuole spolverizzare con poco zucchero a velo.


Essendo una torta molto asciutta si conserva ottimamente e a lungo.

Buon ponte e buon fine settimana!

lunedì 22 aprile 2013

Crema Spalmabile Cioccolato Bianco & Pistacchio

 

Su richiesta di Davide, un mio affezionato lettore (qualcuno di voi ricorderà che a suo tempo fu colui che mi stimolò nella ricerca della 'taroccatura' perfetta delle "Offelle di Parona"), ho personalmente elaborato la ricetta che vi propongo oggi.

Vi confesso che io non amo particolarmente il pistacchio, che nella mia personale hit-parade dei frutti oleosi a guscio viene ben dopo nocciole e mandorle (ah, sui gusti ovviamente non si discute! ;-) ),  né tantomeno il cioccolato bianco che come molti altri non considero neanche cioccolato non solo per la mancanza della polvere di cacao quanto per via della nota zuccherina stucchevole.

Devo dire che però combinati assieme in questa particolare forma sono diventati per me irresistibili e fonte di perdizione, difatti per una pasta come quella di pistacchi l'alta quantità di zucchero del cioccolato bianco è un veicolatore del gusto ideale... insomma i due ingredienti si sostengono vicendevolmente alla perfezione, seppur con la complicità dei grassi aggiunti per dare la giusta consistenza.

Anche quì valgono i discorsi fatti per le altre creme spalmabili (dateci un'occhiata... cominciano a diventare una collezione invidiabile!), ovvero:

- perché la cosa abbia un senso la scelta degli ingredienti dovrà avere come priorità la qualità.
N.B.: se non si dispone di materie prime eccellenti o la propria priorità è solo e sempre quella di risparmiare, conviene lasciar perdere il discorso e continuare a mangiare la Nutella (o chi per essa) con doppia soddisfazione: si risparmierà la fatica e si rimarrà ancora a lungo confortati dall'illusione che sia la cosa più buona in assoluto.


- conservare la crema al riparo dalla luce e dal calore


- lavorare in condizioni igieniche perfette

Entrambe le ultime indicazioni sono utili  per assicurarsi una conservazione ottimale del prodotto di almeno un paio di settimane a temperatura ambiente.



Per andare sul sicuro io ho usato della pasta di pistacchio di Bronte e dell'ottimo cioccolato bianco in pastiglie della Felchlin (Edelweiss), per i non addetti che leggono questo blog (ed immagino siano i più) mi sento di consigliare il bianco in tavolette della Lindt, è un ottimo compromesso e si trova ancora facilmente negli ipermercati.

Chi non avesse la pasta di pistacchi ma ha a disposizione degli ottimi pistacchi, può provare a tritarli a lungo col cutter fino ad ottenerne una pasta oleosa il più raffinata possibile ed utilizzare quella.

Per quanto riguarda gli altri grassi (burro chiarificato ed eventuale olio di riso) purtroppo non avrete molta scelta, anche quelli reperiti al supermercato tutto sommato finora han fatto il loro dovere... ;-)



La ricetta non presenta particolari difficoltà, a me ha richiesto 10-15' in tutto, giusto il tempo di sciogliere a puntino e miscelare gli ingredienti.

N.B.: tra gli ingredienti figura anche l'olio di riso ma solo come opzione: difatti se le temperature ambiente sono ancora "invernali" (sotto i 20°) oppure la copertura bianca scelta non è abbastanza ricca di grassi, può essere necessario sostituire parte del burro chiarificato (fino a 20 gr) con l'olio per ottenere la stessa spalmabilità nella crema.


-o-

Ingredienti (x un vasetto di 320 gr)

Cioccolato bianco 180 gr (temperato)
Pasta di pistacchio 85 gr
Burro chiarificato 55 gr
(Olio di riso 20 gr - in sostituzione del burro: leggi nota sopra)


Procedimento
Preparare gli ingredienti: mescolare la pasta di pistacchio per riemulsionarla, col tempo difatti l'olio tende a separarsi e formare uno strato superficiale.

Sciogliere il burro chiarificato e lasciarlo raffreddare fino a 25° circa, mescolarci poi la pasta di pistacchio, sciogliere il cioccolato bianco e temperarlo facendo molta attenzione nella fase di scioglimento a non superare i 45° e ad eliminare tutti i grumi.

 


Una volta pronta l'emulsione del pistacchio col burro ed il cioccolato bianco temperato, mescolarli assieme per ottenere un composto omogeneo.

Continuare a mescolare finché la crema non comincia a rapprendere leggermente, consigliabile nel frattempo raffreddare il recipiente anche semplicemente con uno o due passaggi di 3-5' in freezer riprendendo poi a mescolare finché non si raggiunge la viscosità ricercata.

Travasare in un vasetto a bocca larga ben pulito e tappare, lasciar cristallizzare 24h circa e poi......

Spalmare!!! :-DDD

Buon inizio di settimana a tutti! :-)

martedì 9 aprile 2013

Pasticcini alle Mandorle


Come faccio spesso (anzi sempre) quando sono al supermercato mi soffermo a leggere le etichette degli ingredienti dei dolci, un po' anche per capire anche come lavorano gli altri e magari imparare qualcosa di nuovo.

Un vassoio di "pasticcini alle mandorle" sul quale accanto al marchio della dolciaria campeggiano le scritte "artigianalità e qualità" attira la mia attenzione... leggo gli ingredienti e con un certo sgomento apprendo che sono composti di:

- Zucchero (vabbè, sono dolcetti no? Fin quì non è troppo strano...)
- Ciliegia candita (beh certo, quella si vede anche bene... leggendo però tra conservanti e  coloranti (pure!), il sopracciglio si arcua...)
- Armelline (ma non sono le mandorle amare e che in grandi quantità sono pure tossiche?!)
- Legumi (!?!? cheeee?? Sì, c'è proprio scritto "Legumi: Fagioli e Soia", non indaghiamo se OGM o meno che a questo punto sembrerebbe quasi un peccato veniale)
- Mandorle (3%.... ah! Meno male!! Ma allora ci sono davvero...! Secondo me loro malgrado gli è toccato mettercene una manciata, giusto per poterlo scrivere in etichetta con tranquillità)
- Olio VegetaleAromi etc... etc... (e si sa che son questi due ingredienti dichiarati in etichetta"l'artigiano" può metterci veramente il meglio del meglio degli oli e degli aromi disponibili sul mercato... :-\ )

Ne concludo che: o io sono rimasto troppo indietro e non so cosa mi perdo a non mangiare dei pasticcini di fagioli con profumo di mandorla e aromi aggiunti (perché di certo preferisco rimanere col dubbio piuttosto che comprarli), o forse è la legislazione che è rimasta colpevolmente indietro a permettere che si possa produrre un pasticcino alle mandorle nel quale quest'ultime sono presenti dichiaratamente per il 3% e per di più, cosa più grave, permettere di associare un prodotto semi-industriale fatto con ingredienti discutibili a parole come "artigianalità" e "qualità".


Fortunatamente per riprendermi dallo shock ho potuto mettere a frutto un'ottima ricetta di pasticcini alle mandorle prendendola in prestito dal blog di Teresa e devo dire che è davvero una delle migliori che ricordi d'aver mai provato.

Tra le possibili guarniture ho scelto la più semplice ovvero la mandorla pelata, non ho messo le classiche ciliegie candite perché per scrupolo sono andato a leggerne gli ingredienti e tra conservanti e coloranti e vi lascio immaginare... ;-)

Ingredienti
Mandorle 900 gr (pelate)
Armelline (mandorle amare) 100 gr
Zucchero 800 gr
Arancio candito 200 gr
Miele di acacia 50 gr (io d'arancio)
Albume 350 gr

Procedimento
Anzitutto preparare e pesare gli ingredienti
In un cutter tritare assieme e piuttosto finemente i due tipi di mandorle, a parte tritare finemente anche l'arancio candito riducendolo ad una pasta collosa.

In una ciotola unire tutti gli ingredienti di cui sopra ed amalgamare bene con una spatola, per far prima potete anche mettere tutto in planetaria e mescolare con la "foglia" a bassa velocità.

Una volta pronto l'impasto stenderlo con un sac-a-poche con bocchetta stellata di misura adeguata (12-14)
formando delle stelline abbastanza alte,


conviene che le teglie siano coperte con un tappetino siliconato per favorire il distacco una volta cotte, se non se ne possiede uno si può anche usare carta forno, ma si dovrà fare più attenzione poi a staccarle una volta fredde.

Guarnire a piacimento scegliendo tra: una mandorla intera, un pezzetto di candito, una ciliegia candita intera, un chicco di caffè.

(Importante): Lasciar riposare una notte intera per far sì che in cottura poi mantengano la forma data.
Cuocere a 170° per 15-18' circa, lasciar raffreddare bene e poi distaccare con delicatezza.
Conservare chiusi in una scatola.
Buon proseguimento di settimana!

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