martedì 30 ottobre 2012

Barm Brack Cake


E' stranoto ormai che le leggi del mercato alle quali siamo evidentemente felicissimi di conformarci, hanno fatto diventare Halloween una delle feste comandate anche dalle nostre parti, facendogli assumere i connotati di un carnevale fuori stagione dai tratti tetri ed anche un po' "noir".

Poi se nel Carnevale vero e proprio ancora ci difendiamo festeggiando con le nostre ottime ricette tipiche di dolci fritti e non, nell'Halloween "de'noantri" tutto è ammesso ed il mercato ci propone ogni genere di porcheria purché sia in tema horror, oppure colorata di arancione e nero o che sia lontanamente imparentata con la zucca (il noto ortaggio delle famiglia delle cucurbitacee) nella forma e/o nella sostanza.

A me, che per queste cose piace seguire la tradizione più ortodossa perché la trovo maggiormente carica del valore simbolico che il mercato tende invece ad appiattire ed omologare, andava di preparare il dolce tradizionale che gli irlandesi (che poi sono quelli che Halloween l'hanno inventato) preparano per festeggiare: il "Barm Brack Cake".

Un antica usanza vuole che nell'impasto di questo dolce vengano nascosti degli oggetti di valore simbolico tipo l'anello, simbolo beneaugurante di felicità ed unione coniugale, oppure una monetina ovviamente augurante prosperità o ancora uno straccetto come ammonimento ad essere parsimoniosi...

La ricetta viene paro paro dal numero di Ottobre 2011 de La Cucina Italiana ma solo nella lista degli ingredienti, per quanto riguarda il procedimento ho fatto interamente di testa mia.

La farina da utilizzare non è necessario sia forte sia per l'idratazione contenuta che per l'uso del metodo diretto che prevede poche ore di lievitazione.

L'impasto è tutto sommato facile da ottenere, pertanto se non si dispone di un'impastatrice planetaria, si può impastare con successo anche manualmente.

Come fattura e come gusto a me ricorda un po' il panettone genovese anche se la particolare aromatizzazione con la cannella oltre all'arancio fa la differenza col suddetto....
(a parte che poi chi ha compilato la ricetta mi spiegherà dove in Irlanda a fine ottobre si possano cogliere delle arancie mature pronte per essere grattate, ma questa è un'altra storia... ;-P)




Ingredienti
Farina 0 500 gr
Latte 200 gr
Lievito compresso 12 gr
Uova 1
Zucchero 80 gr
Sale 5 gr
Burro 80 gr
Cannella in polvere
Noce moscata
Scorza grattugiata d'arancio
Uva passa (grande) 120 gr
Uvetta sultanina (piccola) 100 gr
Arancio candito 60 gr
Cedro candito 30 gr

Per lo sciroppo
Zucchero 40 gr
Acqua 4 cucchiai

Procedimento
Preparare e pesare tutti gli ingredienti: tagliare i canditi a cubetti, mettere entrambe i tipi di uvetta a macerare in acqua tiepida, ammorbidire il burro e cospargerlo con gli aromi (cannella ed arancio) ed intiepidire il latte..

Setacciare la farina nella ciotola della planetaria fare una fontanella e versarvi al centro il latte intiepidito ed il lievito sbriciolato.

Montare il gancio (meglio ancora sarebbe la spirale per chi ce l'ha! ;-)) ed avviare a bassa velocità (in "prima" per chi ha un impastatrice per il pane).

Quando comincia a formarsi l'impasto aggiungere l'uovo e successivamente lo zucchero, aggiungere infine il sale.

Ribaltare di tanto in tanto l'impasto per renderlo uniforme (io l'ho tolto dalla macchina e l'ho impastato a mano per qualche minuto dandogli anche qualche battuta sul piano) ed infine aumentare leggermente la velocità di impasto (per chi ha l'impastatrice da pane è sufficiente qualche minuto in seconda).

Inserire il burro morbido ed aromatizzato in 3 volte ribaltando ad ogni nuova aggiunta e ad assorbimento completato aumentare leggermente la velocità fino ad ottenere un impasto lucido e setoso.

Strizzare bene le uvette ed assieme ai canditi unirle all'impasto a bassa velocità.

Ribaltare l'impasto più volte affinché la frutta si distribuisca uniformemente e l'impasto assorba anche l'acqua residua della sgocciolatura, alla fine l'impasto deve risultare ancora lucido e ben legato.



Togliere dall'impastatrice, arrotondare e mettere in una ciotola imburrata coperto con un telo bagnato a lievitare in luogo caldo (idealmente 30°) fino al raddoppio.

Trascorso il tempo, rompere l'impasto rilavorarlo brevemente ed inserirci all'interno l'anello portafortuna... ;-D

Formare a sfera chiusa sotto e mettere a lievitare in uno stampo circolare di 20-22 cm coperto con pellicola, temperatura ideale ancora 30°.

Trascorso il tempo cuocere a 180° per i primi 15' ovvero fino a sviluppo completo e poi abbassare a 160° tenendovelo indicativamente per altri 35-40', se necessario coprire con alluminio da metà cottura circa per evitare di scurirlo troppo.

Nel frattempo preparare lo sciroppo di zucchero semplicemente scaldando l'acqua e sciogliendovi lo zucchero.

Verificare con uno spaghetto o con uno spiedino lungo la cottura al centro e quando pronto pennellare con lo sciroppo tutta la superficie del dolce ripetendo fino ad esaurimento ed infornare nuovamente per altri 10'.
N.B.: dalla foto del dolce si intuisce che questo passaggio l'ho saltato... infatti per distrazione avevo messo tutto lo zucchero nell'impasto!! ;-D

Sfornare e dopo 5' togliere dallo stampo e far raffreddare su una griglia.

Una volta ben freddo conviente conservarlo chiuso in un sacchetto per ritardarne il raffermamento (il metodo diretto difatti ha questo svantaggio) e comunque è ottimo da consumarsi appena tostato con o senza burro e confetture varie per una bella colazione!


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